A 19 anni viaggia in auto con la pistola e dieci proiettili: arrestato dai carabinieri

Un ragazzo di Pratola Peligna è finito in manette con l’accusa di porto abusivo d’arma da fuoco e ricettazione. L’arresto è scattato durante un posto di blocco dei carabinieri alle porte di Roccaraso
SULMONA. Viaggiava di notte in auto con una pistola calibro 9 e una decina di proiettili nello zaino. Così un 19enne di Pratola Peligna, Giovanni Rocco Ferrera, è finito in manette con l’accusa di porto abusivo d’arma da fuoco e ricettazione. L’arresto è scattato durante un posto di blocco attivato dai carabinieri della compagnia di Castel di Sangro che, agli ordini del capitano Giuseppe Testa, hanno fermato il giovane alle porte di Roccaraso.
Nel corso della perquisizione personale e veicolare, i militari hanno rinvenuto l’arma e le munizioni custodite nello zaino. Alla richiesta di spiegazioni, il ragazzo – incensurato – non è stato in grado di giustificare la provenienza della pistola. L'arma presentava inoltre la matricola abrasa. Circostanza che ha portato gli inquirenti ad ipotizzare anche il reato di ricettazione vista la possibile provenienza clandestina della stessa.
Su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di Sulmona, Edoardo Mariotti, Ferrera è stato arrestato in flagranza di reato e trasferito nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, dove si trova in attesa dell’udienza di convalida che è stata fissata per le 13.30 di oggi dal giudice per le indagini preliminari, Marta Sarnelli.
Nel frattempo, sono state avviate le indagini per accertare se l’arma e le munizioni possano essere riconducibili ad episodi intimidatori o ad altri fatti avvenuti nel Centro Abruzzo. Per questo i carabinieri, su disposizione della Procura, hanno sequestrato il telefono cellulare del 19enne, in modo tale da scandagliare messaggi e conversazioni per cercare elementi utili all'attività investigativa e capire a cosa serviva quella pistola. Non si escludono ulteriori sviluppi.
Secondo gli investigatori il sequestro dell'arma potrebbe portare alla luce ulteriori scenari. A difendere il 19enne, pronto a chiarire la propria posizione, sarà l'avvocata del foro di Sulmona, Eva D'Alberto.
La vicenda riporta alla mente quanto avvenuto nel 2023 quando lo zio di Ferrera era stato fermato nel casello autostradale di Pratola Peligna con pistola e munizioni. Dalle indagini effettuate all'epoca dal nucleo operativo dei carabinieri della compagnia di Sulmona, si era scoperta che l'arma era la stessa utilizzata a febbraio e a maggio dello stesso anno per gli atti intimidatori indirizzari a due famiglie di Raiano e Pratola Peligna, raggiunge da colpi di arma da fuoco. Per quella vicenda lo zio e il cugino del 19enne erano stati arrestati e poi condannati in primo grado alla pena complessiva di sette anni e dieci mesi di reclusione ( quattro anni e dieci mesi allo zio e tre anni e dieci mesi al cugino).
Una vicenda quest'ultima che avrebbe portato lo scorso mese ad ulteriori tensioni tra le famiglie coinvolte.
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