L’Aquila

Collemaggio, boom di turisti che scoprono la Perdonanza

20 Agosto 2025

L’Aquila, verso la 731esima edizione della Perdonanza Celestiniana. Afflusso in aumento da tutta Italia. Ma in tanti si chiedono. “Perché quel palco?” Perché non sfruttare il Parco del Sole per i concerti così da non coprire la facciata?

L’AQUILA. Biella, Cuneo, Ravenna, Campobasso e l’immancabile Roma, con tutte le sue propaggini tra Aprilia, Palestrina, Montesacro. Sono solo alcuni dei luoghi di provenienza dei turisti che ieri mattina hanno visitato la basilica di Collemaggio, a meno di sette giorni dall’avvio delle principali festività cittadine. Tutti legati da un minimo comun denominatore: nessuno ha idea di cosa sia la Perdonanza Celestiniana.

PERDONANZA, QUESTA SCONOSCIUTA «Siamo arrivati tre giorni fa e ripartiamo domani», dice una turista di Ravenna rimasta indietro rispetto al resto del gruppo. «La basilica è stupenda, è la prima volta che la vediamo. Ma il palco davanti alla facciata è per un concerto?», si domanda. Così le si spiega che il concerto in realtà non è uno, ma ce ne saranno diversi, non solo da quelle parti. Tutti parte integrante della 731ª Perdonanza Celestiniana. E vai con l’excursus storico su Celestino V, il gran rifiuto, la Bolla del Perdono, la Porta Santa attraverso cui si ottiene la remissione di tutti i peccati, purché sinceramente pentiti e confessati. Poi il fuoco del Morrone, il corteo storico, la dama della Bolla e pure il Giovin signore. Finché una guida turistica ci allontana sostenendo che così le rubiamo il lavoro. il ricordo del vecchio pompiere Poco più avanti ci si imbatte così in un gruppo composto da padre, madre e figlia. Lui, un 86enne, non vedeva L’Aquila dal ’62, anno in cui prestò servizio nei vigili del fuoco del capoluogo abruzzese, nella caserma allora nei pressi di Porta Napoli. «Un tuffo nel passato commovente», lo definisce, quando gli si chiede cosa si provi a rivedere L’Aquila a distanza di tutti questi anni. Così anche lui si sciroppa il racconto degli oltre sette secoli di storia della Perdonanza, che ignorava ieri tanto quanto 60 anni fa. E pure Renato Zero non è che lo esalti granché (Tananai evitiamo proprio di nominarlo per ovvie ragioni anagrafiche). Anche se poi va letteralmente in sollucchero quando gli si dice che, tra le altre, in cantiere ci sarebbe anche il progetto della nuova scuola nazionale dei vigili del fuoco. E che tanti suoi colleghi arriveranno da tutta Italia proprio all’Aquila a formarsi.

PALCO Sì, PALCO NO «La basilica è bella come la ricordavo», dice Gabriella Gasbarra, l’unica ad aver già sentito nominare Celestino V. «Si vede che è stata da poco restaurata perché la facciata è fin troppo pulita. Non capisco però perché montare un palco proprio qui davanti senza sfruttare il parco qui accanto, che è bello grosso». «Secondo me non è una cattiva idea quella del palco», controbatte pochi passi più in là Mariateresa Mazzenga, lei di Cave, vicino Palestrina, a pochi chilometri dalla capitale. «Penso possa essere un motivo in più per avvicinarsi alla storia di questa città, e con la scusa tornarci a visitare la basilica, magari arrivando a farsi un’idea anche di cosa sia la Perdonanza».

LE INDICAZIONI PER I TURISTI «Zero proprio», rispondono invece due turiste romane tra i venti e trent’anni, arrivate all’Aquila per fare trekking in montagna e intenzionate a dare un risvolto anche culturale alla loro gita fuori porta. Che ammettono subito quanto ne sappiano di Perdonanza. «L’unica cosa che abbiamo notato arrivando qui è che mancano indicazioni per i turisti. Tanto che, con metà prato chiuso per i lavori del palco, pensavamo non ci si potesse proprio avvicinare. Poi ci siamo accodate a un gruppo di turisti con l’auricolare e abbiamo scoperto la strada laterale che non immaginavamo esistesse».

IL CESTINO DEI GRAN RIFIUTI Unica nota stonata, il cestino dei rifiuti posto alla base della scalinata tra la Porta Santa e l’ingresso principale della basilica. Il più vicino alla struttura, e infatti preso d’assalto, fino al traboccamento. «Non vorrei far cadere una cartaccia a terra proprio qui», dice un turista di Biella alla moglie mentre si accerta che il suo rifiuto non cada fuori dal cestino come successo a tanti altri.

I PREPARATIVI Tutt’intorno fervono intanto i preparativi di allestimento del palco, tra gli operai che sotto il sole si arrampicano e ridiscendono da impalcature alte parecchi metri e il viavai dei mezzi con tutto ciò che serve per proteggere il prato, garantendo al tempo stesso sedute a prova di ribaltamento per gli spettatori. La 731ª Perdonanza Celestiniana scalda dunque i motori, e tutti si apprestano a prendervi parte. E poco importa che nessuno, o quasi, sappia in realtà cosa sia.

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