Pizzoli

Raggira anziana, badante a giudizio

Il pm: «Si è fatta dare 3.500 euro dalla 93enne assicurandole con una scrittura privata che l'avrebbe accudita, e poi è sparita». La donna accusata di circonvenzione di persone incapaci

L’AQUILA. Raggira un’anziana signora cui faceva da badante e viene rinviata a giudizio per circonvenzione di persone incapaci. Poi, per vendicarsi dell’azione giudiziaria patita, le chiede i soldi per prestazioni lavorative, a suo dire, non pagate.

Al centro della vicenda Maria Stella Teoli, della provincia di Frosinone, ma residente a Tornimparte.

La donna, secondo il capo di imputazione, si sarebbe fatta consegnare dall’anziana residente a Pizzoli alcuni documenti (davanti a sedicenti avvocati) e la somma di 3500 euro che sarebbero serviti alla sua famiglia per comprare un furgone di seconda mano.

In relazione a questa richiesta di soldi l’imputata ha sottoscritto con la 93enne una scrittura privata nella quale si impegnava a restituire la somma con il proprio lavoro di badante. La donna, che ha 48 anni, non si sarebbe più presentata al lavoro e avrebbe anche fatto sparire la scrittura privata.

I fatti si sono verificati tra il 14 maggio e il 28 giugno del 2013. Il processo, che segue la richiesta di rinvio a giudizio del pm Antonietta Picardi, si svolgerà in tribunale il 10 luglio. Ma la 48enne di Cassino non si è data per vinta. Nel senso che ha avviato una causa civile per ottenere dall’anziana dei crediti che ritiene di avere per la sua attività di badante. Questa vertenza sindacale è stata già incardinata. Fin qui la vicenda. Un caso con accuse ancora tutte da dimostrare, ma che desta comunque apprensione tra le tante persone che hanno affidato i loro parenti anziani o bisognosi di cure alla tutela di badanti. Fermo restando che la stragrande maggioranza di queste persone sono irreprensibili. La parte civile è assistita dall’avvocato Maria Teresa Di Rocco.

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