Ricostruzione ferma, edilizia in ginocchio

Colageo (Uil): settore a rischio tracollo se non ci sarà presto l’avvio dei lavori nei centri storici
L’AQUILA. Senza il rilancio della ricostruzione il settore dell'edilizia sarà in ginocchio.
La denuncia arriva da Giu seppe Colageo, responsabile territoriale sulla sicurezza del settore edile Feneal-Uil.
«Se non parte la ricostruzione del centro storico» afferma Colageo «per gli addetti all'edilizia il 2013 sarà un anno terribile. Il tracollo del settore elettronico, la chiusura cronica di tante attività commerciali e artigianali, hanno di fatto messo in ginocchio l'economia della nostra città e del nostro comprensorio. L'unico settore che per tutto il 2012 ha retto è quello edile. Ma ormai la ricostruzione della periferia è agli sgoccioli e se non partiranno subito i lavori nei centri storici del cratere, avremo un tracollo occupazionale. Per dare una idea della situazione, nella nostra provincia sono operativi 12mila addetti in edilizia più tutto l'indotto: sono posti di lavoro, non parole vuote, con l'indotto si arriva a 20mila addetti .Ma tutto questo può svanire se non finiranno le contrapposizioni tra istituzioni, se non finiranno le continue polemiche sulla parte operativa dei progetti di ricostruzione dei centri storici».
«Se poi riuscissimo a far partire anche i restauri delle 160 chiese del nostro comprensorio» aggiunge il sindacalista «il settore edile potrebbe avere un periodo di attività consolidato e strutturato nel tempo. Su questo ci si deve confrontare, su questi dati che parlano di "posti di lavoro" si deve discutere, ma poi bisogna agire nel più breve tempo possibile. Non possiamo permetterci il lusso di perdere questa grandissima opportunità di lavoro perché l’alternativa è avere un comprensorio alle prese con un “deserto occupazionale”. Sarebbe un gravissimo errore non cogliere questa opportunità, tanto più che i fondi ci sono. Almeno così ha garantito il ministro Barca. Su tutto ciò i primi mesi del 2013 saranno indicativi. Oltre all'importantissima ricostruzione dei centri storici, è a rischio il posto di lavoro per migliaia di persone e questo, visto il momento di grave crisi, nessuno può permetterselo».
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