Ricostruzione, paesi ignorati
Le circoscrizioni: sulla città-territorio solo parole vuote
L’AQUILA. I presidenti delle circoscrizioni del Comune dell’Aquila hanno scritto al presidente della giunta regionale Gianni Chiodi e al sindaco Massimo Cialente per chiedere che le circoscrizioni abbiano un loro rappresentante nella struttura tecnica che guiderà la ricostruzione.
La lettera a Gianni Chiodi e Massimo Cialente è firmata da Luca Angeletti, Stefano Palumbo, Benedetto Ciarelli, Davide Porfirio, Marcello Masci, Luciano D’Angelo, Antonio Gianforte, Antonio Scipioni, Ugo De Paolis, Pasqualino Giancola, Gianni Salvi. «Nel prendere visione della struttura commissariale che lei e Cialente avete presentato» scrivono i presidenti «ci siamo fermamente convinti che le scelte operate e che intenderà operare, nella nomina dell’apparato tecnico-amministrativo, siano quanto di meglio si potesse fare e, quindi, non è nostra intenzione entrare nel merito di quanto deciso da lei e dal suo vice Cialente.
Ciò che invece ci lascia sgomenti è la nostra esclusione da quella che lei ha definito cabina di regia dell’intera struttura, dall’apparato cioè che, se abbiamo ben capito, dovrà tracciare le linee guida della ricostruzione, ovvero dovrà operare le scelte strategiche che ridisegneranno, ricostruendola, così almeno ci auguriamo, la nostra città. Ecco, è proprio la rappresentatività di quest’ultima, così come prefigurata nel suo piano, che noi intendiamo mettere in discussione proprio e per lo stesso motivo per il quale ha incluso nella sala di comando della sua nave tutti i sindaci del cratere, ossia la “città territorio”. Questa definizione dell’Aquila è ormai entrata a far parte di un comune pensare e di un comune sentire, noi vogliamo che non si trasformi in un “luogo comune”, scatola vuota senza contenuto svilita del suo senso e del suo significato. La “città territorio” è innanzitutto rappresentata dai centri, piccoli e grandi, tutti con una loro precisa identità e specificità che li caratterizza e che hanno da sempre rappresentato il vero cuore pulsante della città.
Oggi la realtà che abbiamo di fronte ha reso tutto ciò ancora più evidente, tanto che, come suol dirsi, solo un cieco non riesce a vederlo: la nuova urbanizzazione che la protezione civile ha realizzato (progetto Case e Map) copre per la quasi totalità i territori delle frazioni, che in tal modo diventano il vero centro sociale, culturale ed economico nel quale L’Aquila può tornare a volare. Nessuno in questa fase può permettersi di negare l’evidenza perché ciò significherebbe porre un forte ostacolo alla ricostruzione: L’Aquila senza le frazioni è una città che esiste solo nella mente di qualcuno e che pensa che le mura cittadine possano da sole esaurire, uccidendola, l’idea e la sostanza di questa città.
Riteniamo che lei sia una persona capace e intelligente, ciò l’ha provato anche includendo nelle sue scelte i comitati, dando segno che la sua attenzione è rivolta alla città reale oltre che alla città istituzionale, e per ciò la invitiamo a riconsiderare e riempire il vuoto che ha lasciato escludendo chi la città realmente la rappresenta. Noi ben sappiamo, i cittadini ben sanno, perché lo viviamo giorno per giorno, quale è stata nel passato e quale è ora l’attenzione e l’interesse che l’amministrazione comunale ha nei confronti di quelli che alcuni chiamano, senza nascondere troppo un certo tono di disprezzo, “paesi”, sappiamo che questo è un momento storico dal quale uscirà la città futura, siamo convinti che L’Aquila non si limita nei suoi Quattro Cantoni, noi vogliamo esserci» concludono i presidenti delle circoscrizioni.
La lettera a Gianni Chiodi e Massimo Cialente è firmata da Luca Angeletti, Stefano Palumbo, Benedetto Ciarelli, Davide Porfirio, Marcello Masci, Luciano D’Angelo, Antonio Gianforte, Antonio Scipioni, Ugo De Paolis, Pasqualino Giancola, Gianni Salvi. «Nel prendere visione della struttura commissariale che lei e Cialente avete presentato» scrivono i presidenti «ci siamo fermamente convinti che le scelte operate e che intenderà operare, nella nomina dell’apparato tecnico-amministrativo, siano quanto di meglio si potesse fare e, quindi, non è nostra intenzione entrare nel merito di quanto deciso da lei e dal suo vice Cialente.
Ciò che invece ci lascia sgomenti è la nostra esclusione da quella che lei ha definito cabina di regia dell’intera struttura, dall’apparato cioè che, se abbiamo ben capito, dovrà tracciare le linee guida della ricostruzione, ovvero dovrà operare le scelte strategiche che ridisegneranno, ricostruendola, così almeno ci auguriamo, la nostra città. Ecco, è proprio la rappresentatività di quest’ultima, così come prefigurata nel suo piano, che noi intendiamo mettere in discussione proprio e per lo stesso motivo per il quale ha incluso nella sala di comando della sua nave tutti i sindaci del cratere, ossia la “città territorio”. Questa definizione dell’Aquila è ormai entrata a far parte di un comune pensare e di un comune sentire, noi vogliamo che non si trasformi in un “luogo comune”, scatola vuota senza contenuto svilita del suo senso e del suo significato. La “città territorio” è innanzitutto rappresentata dai centri, piccoli e grandi, tutti con una loro precisa identità e specificità che li caratterizza e che hanno da sempre rappresentato il vero cuore pulsante della città.
Oggi la realtà che abbiamo di fronte ha reso tutto ciò ancora più evidente, tanto che, come suol dirsi, solo un cieco non riesce a vederlo: la nuova urbanizzazione che la protezione civile ha realizzato (progetto Case e Map) copre per la quasi totalità i territori delle frazioni, che in tal modo diventano il vero centro sociale, culturale ed economico nel quale L’Aquila può tornare a volare. Nessuno in questa fase può permettersi di negare l’evidenza perché ciò significherebbe porre un forte ostacolo alla ricostruzione: L’Aquila senza le frazioni è una città che esiste solo nella mente di qualcuno e che pensa che le mura cittadine possano da sole esaurire, uccidendola, l’idea e la sostanza di questa città.
Riteniamo che lei sia una persona capace e intelligente, ciò l’ha provato anche includendo nelle sue scelte i comitati, dando segno che la sua attenzione è rivolta alla città reale oltre che alla città istituzionale, e per ciò la invitiamo a riconsiderare e riempire il vuoto che ha lasciato escludendo chi la città realmente la rappresenta. Noi ben sappiamo, i cittadini ben sanno, perché lo viviamo giorno per giorno, quale è stata nel passato e quale è ora l’attenzione e l’interesse che l’amministrazione comunale ha nei confronti di quelli che alcuni chiamano, senza nascondere troppo un certo tono di disprezzo, “paesi”, sappiamo che questo è un momento storico dal quale uscirà la città futura, siamo convinti che L’Aquila non si limita nei suoi Quattro Cantoni, noi vogliamo esserci» concludono i presidenti delle circoscrizioni.