Ricostruzione Rapagnà in sciopero della fame

16 Febbraio 2014

L’AQUILA. «Dall’ 8 febbraio scorso ho dato inizio a uno sciopero della fame per sollecitare il consiglio regionale e i soggetti attuatori della ricostruzione e messa in sicurezza antisismica delle...

L’AQUILA. «Dall’ 8 febbraio scorso ho dato inizio a uno sciopero della fame per sollecitare il consiglio regionale e i soggetti attuatori della ricostruzione e messa in sicurezza antisismica delle case dell’Ater e del Comune dell’Aquila, a fare ciò che in 5 anni non hanno saputo o voluto fare».

A parlare è Pio Rapagnà (Mia casa Abruzzo). «Il consiglio regionale non ha approvato alcun provvedimento di indirizzo generale e di aiuto concreto alla ricostruzione e in questi 4 anni e 10 mesi ormai trascorsi dal sisma, ha sempre girato la testa dall’altra parte. Per ironia della sorte, proprio l’attuale consiglio regionale ha istituito l’Osservatorio sulla ricostruzione e, in ragione delle difficoltà e delle problematiche relative alla complessiva governance della ricostruzione post-terremoto, nella seduta del 19 ottobre 2010, ha insediato una commissione speciale regionale per la ricostruzione post-terremoto. Infine, lo stesso consiglio, nel 2013, ha approvato un documento unitario con il quale si impegnava il consiglio stesso, il presidente Chiodi e la sua giunta ad avviare l’iter di approvazione di una legge regionale. Perché, allora, questo medesimo consiglio regionale non provvede? E perché i soggetti attuatori indicati dalle ordinanze della presidenza del Consiglio dei ministri, non hanno dato avvio alla ricostruzione pesante degli alloggi pubblici e degli edifici residenziali classificati E, nonostante le risorse economiche, pari a 150 milioni, siano state assegnate sin dal 15 agosto 2009? Domande rimaste senza risposta. Da qui la decisione di cominciare lo sciopero della fame».

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