Ricostruzione, si indaga su Masciarelli

L’inchiesta parte dopo un esposto: «E’ in grado di condizionare gli appalti».

L’AQUILA. Giancarlo Masciarelli, l’uomo chiave di tutte le principali inchieste sulla corruzione avviate dalla magistratura pescarese, finisce nel calderone delle indagini della procura aquilana sul terremoto. Questo in seguito a una denuncia al vaglio dalla polizia giudiziaria.

I SOSPETTI. L’avvio delle indagini, ancora a livello iniziale, a carico dell’ex presidente della Finanziaria regionale (Fira) il «mago» delle cartolarizzazioni dei debiti della sanità abruzzese, segue una dettagliata segnalazione alla procura che poggia fondamentalmente su due elementi. Prima di tutto il fatto che Giancarlo Masciarelli, grazie alla sua indubbia esperienza, risulterebbe essere diventato un consulente di alcune importanti imprese del norditalia che hanno preso appalti oppure stanno per prenderne nell’ambito dei lavori per la ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile. L’altro elemento è il memoriale di Masciarelli, del quale pochi mesi fa l’avvocato Carlo Taormina, ha ribadito l’esistenza.

IL MEMORIALE. Un memoriale di settanta pagine, come ha tenuto a precisare lo stesso autorevole legale, fatto di cifre, nomi e cognomi di politici e gente autorevole nel quale si fanno i conti di presunte tangenti pagate nella Regione. Taormina, tra l’altro, parla di giri di denaro per milioni. Va anche detto che Masciarelli circa un anno fa in più di una occasione ha smentito l’esistenza del «memoriale dei veleni» ma il professor Taormina ha rilanciato di recente la sua tesi supportandola di altre considerazioni. «Conservo gelosamente il dossier» ha detto lo scorso mese di agosto Taormina, «ma non nel mio studio per cui se come al solito qualche servizio segreto lo cerca questa volta rimarrebbe deluso». Sulla scorta, dunque, della verosimile esistenza di questa copiosa documentazione ora si ipotizza che Giancarlo Masciarelli, potrebbe in qualche modo condizionare il sistema degli appalti pubblici in forza del documento tenendo in pugno un buon numero di personaggi politici che ancora contano.

Del resto, anche se si tratta di valutazioni che non entrano di diritto nel fascicolo che è stato aperto, Masciarelli è stato indicato dai giudici pescaresi come un uomo capace di mantenere il proprio ruolo sia con le amministrazioni di centrosinistra che in quella dello schieramento opposto. La denuncia è corredata da atti a supporto della tesi ora in mano alla procura antimafia del capoluogo di regione e tra questi ci sono anche degli articoli di stampa. Va subito detto che al momento si tratta di atti al vaglio sì della procura ma con sospetti tutti da dimostrare e che non ci sono persone indagate nonostante, in astratto, possa essere ipotizzata l’estorsione.

L’ESPOSTO. E’ stato presentato su iniziativa dall’avvocato aquilano, Antonio Valentini, il quale ritiene che tra rischio di infiltrazioni mafia da un lato, e la presenza di personaggi la cui presenza è poco opportuna (visti i sospetti non certo dissipati dagli sviluppi delle indagini pescaresi) dall’altro, l’area aquilana potrebbe perdere le opportunità che ci sono con gli ingenti capitali della ricostruzione. Le indagini, nello specifico, sono affidate al nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri mentre al momento il magistrato incaricato di coordinarle è il sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Picuti.

GRANDI RISCHI. Intanto, per restare alle grandi inchieste della procura antimafia aquilana, a margine di quella sui crolli, va avanti il filone di indagine riguardanti le affermazioni rassicuranti dei componenti della commissione grandi rischi fatte alla fine di marzo con le quali, secondo le accuse, sono state indotte in errore molte persone visto che pochi giorni dopo c’è stata la catastrofe: con affermazioni diverse forse avrebbero lasciato le abitazioni evitando le conseguenze del sisma. Dopo le sette persone che hanno formato la denuncia per avere patito dei lutti per il sisma, altre ancora si sono dichiarate disposte a fare le loro deposizioni a sostegno dell’accusa davati agli uomini del nucleo di pg della polizia di Stato.

Ma l’indiscrezione più importante è che se al momento l’ipotesi iniziale di reato era quella di omicidio colposo ora potrebbe essere ipotizzata una più pesante. Un’altra contestazione nell’ambito della stessa vicenda c’è la constatazione che quasi nessuno degli edifici crollati nella zona rossa è stato messo in sicurezza per tempo nonostante gli allarmi. Diversamente si sarebbe potuto salvare qualche vita e i danni agli edifici sarebbero stati comunque meno ingenti.