Schianto in auto, muore a 28 anni dopo la serata insieme agli amici 

Umberto Bianchi era alla guida di un’Alfa 147 che è finita contro un muro lungo la Circonfucense Il passeggero che era con lui portato in ospedale, è in prognosi riservata. La Procura apre l’inchiesta

AVEZZANO. Un ultimo gesto di affetto rivolto a un amico. È costato la vita a Umberto Bianchi, 28 anni, di Avezzano. L'auto che guidava si è schiantata contro un muro lungo la Circonfucense. Si era offerto di riaccompagnare l'amico a casa dopo una serata insieme. Perché lui era così, sempre pronto a farsi avanti nel momento del bisogno senza pensarci su troppo, capace di dare valore all'amicizia. Per questo la sua morte ha gettato nella disperazione i tanti amici che ieri mattina non volevano credere alla tragedia. Così come la mamma Anna Murzilli, che ha ricevuto la drammatica notizia solo ieri mattina, quando hanno suonato al campanello di casa i carabinieri.
L’INCIDENTE. Lo schianto intorno alle 2.30. La macchina, un’Alfa 147, secondo la ricostruzione dei carabinieri è uscita di strada in un tratto della strada, già tristemente noto per numerosi incidenti, all’altezza di Pietragrossa. Poi è finita contro un muro. L'impatto è stato molto violento e l’auto è andata semidistrutta. Il 28enne è morto sul colpo, mentre l'amico, X.D., residente ad Avezzano ma di nazionalità albanese, è rimasto gravemente ferito. È ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Avezzano.
I SOCCORSI. È scattato l’intervento del 118, ma i sanitari, quando sono arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso di Umberto. Il passeggero è stato invece stabilizzato e trasportato in ospedale. Non sarebbe in pericolo di vita. Sul posto per i rilievi sono intervenuti i carabinieri d del nucleo radiomobile di Avezzano che stanno cercando di ricostruire la dinamica dell'incidente.
LE INDAGINI. La Procura vuole andare a fondo per fare chiarezza sulla tragedia. Per tale motivo ha disposto una consulenza sulla macchina per accertare se c'è stato un guasto che possa aver fatto perdere il controllo del mezzo al conducente. Il legale della famiglia, del padre Giancarlo, della madre e della sorella Anna, l’avvocato Crescenzo Presutti, ha presentato una richiesta di consulenza volta ad accertare sia la dinamica dello schianto, sia le condizioni di sicurezza della strada. Oggi alle 10, inoltre, sarà eseguito un accertamento sul corpo della vittima affidato al medico legale Christian D’Ovidio. Il giovane albanese ferito è indagato per omicidio colposo. Un atto dovuto per un’attenta ricostruzione dei fatti. L’indagine è coordinata dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato.
LA VITTIMA. «Un ragazzo con tanta voglia di vivere, come ce ne sono pochi al mondo, allegro, felice, con un cuore grande». Così Francesco Lancia, suo ex datore di lavoro e amico di famiglia, ricorda Umberto Bianchi. «Venne a lavorare da noi giovanissimo», ricorda il titolare di Lancia Gomme di Avezzano, «il mio grande amico Giancarlo, suo padre, mi chiese di prenderlo per una stagione, ma poi rimaste per diversi anni. Era serio sul lavoro ma allo stesso tempo solare, coinvolgente, di compagnia. Aveva tantissimi amici e tutti gli volevano bene». «Hai presente le favole dei bambini, quelle che cresci insieme nello stesso quartiere?», racconta l’amico Vincenzo Mariani, «inizi a uscire a piedi, poi le bici, poi i motorini, le macchine, l’università, il lavoro, le case. Ecco, questi siamo noi. Tutto abbiamo condiviso, come fratelli per 20 anni e più. Una famiglia. E tu? Adesso? Cosa fai? Ci lasci senza quegli occhi azzurri e la tua risata a squarciagola. Non ce lo dovevi Mino’. Saremo “la banda” e tu sarai per sempre con noi. Adesso vai, e insegna agli angeli come si pesca, che sicuro si je mej’ pur’ ess ’ncima». Perché una delle grandi passioni di Umberto, ereditata dal padre, era proprio la pesca. «Ti dedicheremo ogni nostra Ferrata», scrivono dall’Asd Lenza marsicana, «e ogni nostra vittoria. Ciao amico, rimarrai sempre nei nostri cuori».
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