Sciame o non sciame, ora è polemica

Il sindaco: discordi i pareri dei sismologi. Il professor Visconti: investire su una struttura di ricerca di alto livello

L’AQUILA. «Non abbiamo elementi scientifici per definirlo uno sciame sismico. Ho letto le dichiarazioni di sismologi che affermano che il fenomeno è ancora limitato, ci sono ancora pochi dati e questo lo dichiarava anche il sismologo Christian Del Pinto due giorni fa».

Così il sindaco Massimo Cialente, a margine di una conferenza stampa, parlando della sequenza di scosse sismiche che sta interessando l’Aquilano che si è originata a partire da una di magnitudo 3,7 alle 2 di domenica. «Il mio vicesindaco Riga dice che si tratta di sciame? Non so, un sismologo dice una cosa, uno ne dice un’altra», ha aggiunto Cialente. «La cosa certa è che parlare di sciame è precoce, anche se c’è preoccupazione».

Prendendo spunto anche da queste dichiarazioni del primo cittadino il professore dell’Università dell’Aquila Guido Visconti ha diffuso la seguente nota: «La tragica vicenda del processo alla Commissione Grandi rischi è un esempio soprattutto di pessima comunicazione tra quelli classificati come “scienziati” e la pubblica opinione. La citazione a sproposito del processo a Galileo (fatta sempre in quella occasione) è invece una prova di quanto siano ignoranti (nel senso letterale del termine) i politici i quali sembrano avere una familiarità molto scadente con la scienza (ma in genere con la cultura). La vicenda delle scosse di terremoto di domenica scorsa ripropone lo stesso equivoco. Oggi abbiamo sentito parole assolutamente sconsiderate da parte dei vertici dell’amministrazione comunale. Questa volta si tratta del concetto di “sciame” che ha lo stesso valore scientifico di quando si parla di “influenza”. Sembra che il nodo del contendere sia se siamo dentro o fuori uno sciame sismico, una questione che ai fini dell’evoluzione del fenomeno dei terremoti è assolutamente irrilevante. Infatti ci sono sciami che si risolvono con una scossa principale (vedi la nostra sciagura del 2009), ma esiste anche l’inverso».

«Si interpellano esperti che somigliano sempre più ai consulenti medici che si vedono nei film hollywoodiani (generalmente un po’ brilli) che vengono citati nei processi. In questo caso ci sono delle aggravanti perché alcuni di questi “esperti” che hanno testimoniato, parlato e straparlato, dentro o al margine dei processi, non sono affatto esperti, tanto è vero che, malgrado la posizione che occupano, sono dei perfetti ignoranti».

«Peraltro qui l’informazione ha le sue colpe in quanto dovrebbe ricordare (qualcuno l’ha fatto ma in termini negativi) che nel 1950 la stessa zona che oggi è interessata allo “sciame” ha prodotto un terremoto superiore a 5 (io lo ricordo perfettamente anche se ero in tenera età) che non ha prodotto danni neanche alla mia vecchia abitazione in via Arischia perché stiamo parlando di un epicentro a venti chilometri di distanza. Quindi, paura sì, ma con un minimo di saggezza».

«Infine», conclude Visconti, «una considerazione soprattutto per l’amministrazione che sbava continuamente per la scienza e le sue meraviglie. Queste vicende mettono in risalto che i vari laboratori e istituti (vedi il Gran Sasso Science Institute) servono solo a buttare i soldi dalla finestra e a facilitare la carriera a gente del jetset. Molto più utile sarebbe avere su questo territorio una struttura di ricerca che si occupi ad alto livello di queste cose (frane, terremoti, eccetera). Infatti, è vero che tutti ci dicono che oggi i terremoti sono imprevedibili ma è altrettanto vero che le menate sul bosone di Higgs sono altrettanto inutili. Per cui, non vedremo sicuramente la previsione di un terremoto nei prossimi cento anni, ma non vedremo neanche che una lampadina si accenda grazie ai neutrini che viaggiano più veloci della luce. In compenso avremmo a disposizione dei veri esperti (non quelli che magari copiano anche la tesi) che se non altro potrebbero rappresentare con la loro presenza anche un elemento di tranquillità per la popolazione. Più o meno come avere un medico in casa, che magari è un perfetto incompetente di malattie neurovegetative, ma è in grado di darci qualche consiglio per il mal di schiena».

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