Sciopero e corteo, donne in lotta 

Al piazzale della basilica di Collemaggio l’appuntamento nel giorno dell’8 marzo

L’AQUILA. “Lotto marzo non si festeggia: si lotta contro patriarcato e capitale».
Non solo mimose, dunque, ma momenti di condivisione, riflessione e partecipazione hanno scandito ieri in città la giornata dell’8 marzo. Una giornata vissuta in diversi luoghi della città e declinata secondo varie tematiche, dall’impegno sociale all’arte alla musica alla poesia fino agli appuntamenti di carattere istituzionale.
Ha sfilato con un variopinto contorno di bandiere, striscioni e slogan il corteo che è stato organizzato dal movimento NonUnaDiMeno, che ha lanciato anche in Abruzzo lo sciopero globale femminista e transfemminista: l’appuntamento è stato dato davanti alla futura sede della Casa delle Donne, nel piazzale della basilica di Santa Maaria di Collemaggio, dove si sono tenuti interventi e approfondimenti sui temi dello sciopero, performance e mostre.
Alla manifestazione hanno aderito, tra le altre, l’associazione FuoriGenere, Collettivo Malelingue, Uds, Biblioteca delle Donne-Associazione Donatella Tellini, Centro Antiviolenza-Associazione Donatella Tellini, Associazione Donne TerreMutate, Arcigay, Aquilasmus-Esn L’Aquila, SlaiCobas per il sindacato di classe, Usb-Abruzzo Molise, Comitato 3e32, United L’Aquila, Associazione 180amici L’Aquila. È stata l’occasione anche per proclamare il rifiuto alla guerra, “a tutte le guerre, che arricchiscono l'industria delle armi e i poteri militari, dove le più e i più deboli pagano prezzi enormi”.
Tra le sigle aderenti, l’unione degli Studenti che ha diffuso il seguente messaggio in relazione alla manifestazione di ieri. «Siamo scesi in piazza con la Rete 8 marzo aderendo allo Sciopero femminista e transfemminista globale. Le scuole troppo spesso sono il luogo in cui violenze e discriminazioni ancora oggi vengono portate avanti. Vogliamo assorbenti gratuiti a tutte le studentesse, vogliamo Carriere Alias per l’autodeterminazione e il rispetto delle identità, vogliamo che nella scuole venga fatta educazione sessuale, pretendiamo l’approvazione in tutte le scuole del Codice Antimolestie e la scrittura democratica dei programmi di studio in ottica antisessista e inclusiva. Le istituzioni devono prendersi la responsabilità politica di trasformare i luoghi della formazione, per trasformare la società tutta».
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