Scuole, divieto ai mezzi Vivenda: operatori delle mense in sciopero 

I ventuno addetti si fermeranno lunedì 5 dicembre. L’astensione dal lavoro proclamata dal sindacato Protesta innescata dallo stop all’accesso dei furgoni, decisione adottata dopo la tragedia di Tommaso

L’AQUILA. I 21 operatori delle mense scolastiche incroceranno le braccia il prossimo lunedì 5 dicembre. Lo sciopero, per l’intera giornata lavorativa, è stato proclamato dalla Filcams Cgil. La vicenda è quella del provvedimento con cui il Comune e i dirigenti scolastici hanno vietato l’accesso ai mezzi di trasporto della Vivenda all’interno dei cortili delle scuole. Una decisione arrivata dopo la tragedia dello scorso 18 maggio, quando un’auto ha travolto sei bimbi dell’asilo Primo Maggio, causando la morte del piccolo Tommaso D’Agostino. Attualmente i lavoratori della Vivenda, che si occupa della gestione delle mense scolastiche in 41 strutture, sono costretti a fermarsi fuori dai cancelli degli istituti scolastici, spesso in mezzo alla strada, e i contenitori con i pasti, che pesano fino a 35 chili, vengono trasportati a mano. La vertenza si è aperta con la dichiarazione dello stato di agitazione del personale a cui erano seguiti due incontri i n prefettura e l’avvio di un dialogo con i presidi per individuare una soluzione. Ma il Comune, secondo la Filcams Cgil, non sta rispettando gli impegni: «Si comunica», annuncia il segretario provinciale della Filcams Cgil Luigi Antonetti, «che a seguito degli incontri avuti sia con l’azienda Vivenda che con i dirigenti scolastici delle scuole primarie e dell’infanzia dell’Aquila, per la problematica legata al divieto di accesso ai mezzi di trasporto della società Vivenda, si dichiara una giornata di sciopero. Tale decisione si è resa necessaria in quanto ad oggi purtroppo registriamo che i sopralluoghi inerenti i lavori per la messa in sicurezza degli edifici scolastici ancora non vengono effettuati dal Comune. Quindi registriamo una sorta di lassismo da parte dell’ente, sulla reale necessità e urgenza di dover far fronte agli interventi. Tutto questo», sottolinea Antonetti, «ricade sui lavoratori interessati: sia sugli addetti alla distribuzione, che spesso vanno oltre il loro orario di lavoro a causa del ritardo nella consegna dei pasti, sia su coloro che trasportano i pasti, che in questi giorni stanno lavorando sotto la pioggia e il freddo, in modo inqualificabile e fuori da ogni logica che preveda la ben più che minima tutela per la salute e la sicurezza sul lavoro».
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