Sentenza Grandi Rischi, i danni alle parti civili saranno pagati subito

Liquidazione immediata di una quota dei risarcimenti per quasi 8 milioni a carico della presidenza del Consiglio oppure degli stessi condannati
L’AQUILA. La sentenza di condanna a carico dei sette ex componenti della commissione Grandi Rischi provocherà effetti immediati ma solo sulla sfera economica e non su quella della libertà personale degli accusati.
Infatti il giudice unico Marco Billi ha disposto il pagamento di una considerevole provvisionale, ovvero una sorta di risarcimento anticipato per le parti civili, da liquidarsi a stretto giro di tempo in quanto, sotto questo profilo, la sentenza è immediatamente esecutiva. La somma da pagare ai parenti delle vittime è di quasi otto milioni di euro.
Gli avvocati di parte civile, pertanto, potranno chiedere bonariamente all’Avvocatura dello Stato quanto a loro spettante. Per fare questo il legale di parte civile dovrà esibire la sentenza e in tempi brevi ci dovrebbe essere il pagamento da parte della presidenza del Consiglio dei ministri ritenuta responsabile in solido con gli imputati. Qualora così non dovesse essere, le parti civili potranno fare istanza di precetto e, dopo dieci giorni, dare il via al pignoramento dei beni dello Stato. Ma si tratta di un’ipotesi poco verosimile.
La provvisionale è solo una parte del risarcimento. Il totale dovrà essere liquidato, com’è scritto nella sentenza, in un separato giudizio davanti al giudice civile. Va detto pure che alcune parti lese sono intenzionate, invece, a rivolgersi direttamente agli imputati per il risarcimento del danno. La sentenza pone a carico degli imputati anche il pagamento delle spese processuali.
Quanto alle conseguenze di natura strettamente penale, al momento non ci sono effetti immediati che riguardano la libertà personale degli imputati. Potranno esserci solo nell’ipotesi di conferma della condanna a sei anni di reclusioni anche in Corte di Cassazione, ovvero con il passaggio in giudicato della sentenza.
Gli imputati (Franco Barberi, Bernardo De Bernardinis, Enzo Boschi, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva, Mauro Dolce) non subiranno nemmeno gli effetti accessori della sentenza quali l’ interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’interdizione legale: sono conseguenze che si concretizzeranno solo dopo il terzo grado di giudizio.
Il giudice Billi si è preso novanta giorni di tempo per depositare la motivazione della sentenza. Dopodiché le parti potranno inoltrare ricorso in Corte d’Appello per ottenere la riforma della sentenza. Quanto ai tempi di questo secondo giudizio, è prematuro fare previsioni che sarebbero perlomeno azzardate ma passerà almeno un anno. Nulla vieta ai difensori di proporre ai giudici di appello dell’Aquila un’anticipazione della fissazione dell’udienza ma si tratta di discorsi ancora poco attuali. La difesa ipotizza, al riguardo, una fissazione del processo di appello tra l’autunno e la fine del 2013.
La sentenza di condanna per omicidio colposo plurimo e lesioni è al centro di un dibattito internazionale. In Procura non ci sono commenti ufficiali ma c’è una presa di posizione del magistrato che fa le veci del procuratore capo visto che il posto è vacante dopo la morte di Alfredo Rossini. «Non abbiamo nulla da replicare», dice il procuratore facente funzioni Stefano Gallo, «tuttavia c’è la condivisione di tutto l’ufficio alla linea fin qui seguita e lo dimostra il fatto che tutti i colleghi della Procura sono scesi in aula in occasione della lettura del dispositivo». Una cosa del genere, infatti, non era mai avvenuta prima. «Per noi parlano gli atti», ha concluso il reggente della Procura. Procura che aveva chiesto la condanna degli imputati a quattro anni di reclusione poi portati a sei dal giudice Billi.
Ieri a palazzo di giustizia non ci sono state udienze per lo sciopero degli avvocati. Il pm Fabio Picuti, come pure la collega Roberta D’Avolio, era regolarmente al lavoro dopo la «battaglia» in aula del giorno precedente. Ha ricevuto come ogni mattina gli agenti della polizia giudiziaria, il consulente per i crolli Antonello Salvatori e in tarda mattinata sono andati a trovarlo anche Vincenzo Vittorini e Pier Paolo Visione, parti civili tra le più agguerrite, con i quali il pm si è intrattenuto almeno una mezzora. Anche l’avvocato aquilano Antonio Valentini, che con una denuncia dette il via al procedimento, dice la sua: «Si è toccato un nervo scoperto dello Stato, chi protesta non sa nulla e non conosce carte e documentazione». «Sei anni non sono troppi, è una pena giusta », prosegue. «Anzi, mi è sembrata bassa la richiesta del pm. C’è un confine molto labile tra la colpa cosciente e il dolo eventuale. Ricordiamoci della sentenza sulla Thyssen per il tragico incendio a Torino. Lì, prima volta in Italia, i dirigenti sono stati condannati per omicidio volontario».
Di contro, l’avvocato Marcello Melandri, difensore di Enzo Boschi, dice: «Aspettiamo le motivazioni, poi inoltreremo il ricorso aspettando un esito migliore. Quanto alla sentenza sono ancora incredulo. Ci ripenso e mi chiedo il motivo della condanna».
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