«Siamo allo stremo» Ecco le voci della protesta degli esercenti 

A chi è tornato non bastano le rassicurazioni del Comune  La proposta: «Serve una norma per gli affitti calmierati»

L’AQUILA. «Senza correttivi, se la gente non torna in centro, a breve saremo costretti a chiudere».
È il grido d’allarme che i commercianti di corso Federico II hanno ribadito ieri pomeriggio nell’incontro con il sindaco Pierluigi Biondi e con l'assessore alle Attività produttive Alessandro Piccinini. «Siamo qui per capire come il primo cittadino intende affrontare il problema», dice Marta Sista, «manca la gente, il 70% dell'indotto viene dagli uffici. Se si spostano gli uffici a Collemaggio, ci chiediamo su quale indotto potremo contare». Valentina Provenzano conferma: «Le poche banche e i pochi uffici che stanno in centro non bastano». Erina Panepucci accoglie speranzosa la notizia di una fermata bus rimessa in viale di Collemaggio: «Ripristinare le fermate del bus alla Villa era una delle richieste che avevamo fatto agli assessori Piccinini e Carla Mannetti. Qui è tutto spostato a nord, tutto alla Fontana luminosa e al Castello, e alla Villa chiudono le strade». Federica Chiapparelli vende abbigliamento. «La passeggiata in centro l'aquilano non se la viene a fare. Viviamo in bilico 365 giorni all'anno. Io volevo chiudere, poi ho deciso di tentare di rimanere aperta ancora un altro po’». Isabella Magnifico chiede anche di «regolarizzare il traffico, specie quello pesante». Peppe Colaneri è uno dei pionieri della zona rossa, avendo aperto quando il corso stretto era al buio, oppure bloccato dalla neve del 2012. E adesso in corso Federico II «la situazione è, se possibile, peggiorata. Gli aquilani hanno perso l'abitudine di venire in centro, a meno che non si organizzi qualche cosa. Forse eravamo abituati male, quando in centro giravano migliaia di ragazzi, mentre adesso i giovani vengono la sera».
Giovanni Palumbo è un negoziante di un'altra via, arrivato in appoggio: «Ho riaperto a luglio 2010, in mezzo alle macerie. Lo abbiamo fatto con forza di volontà. Ci ho rimesso, non mi vergogno a dirlo. La situazione è imbarazzante, perché dove sto io c'è un divieto, e se la gente non può passare per fare la spesa, noi rischiamo di perdere tutto». Natalia Nurzia: «La speranza è quella di tornare in piazza Duomo. Fanno tutto sopra (zona Castello) e qui ci chiudono quando invece in quest'area è tutto ricostruito, i sottoservizi sono fatti. La speranza è che si faccia anche l'ascensore da via dei Giardini al megaparcheggio». Molti hanno aperto nella zona Sud, sperando negli uffici alla ex Standa. E invece non se n’è fatto nulla. Roberta Rossetti racconta delle sue perplessità anche sul bando Fare Centro: «Temo che per molti di noi sia una specie di arma a doppio taglio. Se non si riesce a rimanere in piedi, si rischia di dover restituire tutto in un’unica soluzione. Secondo me si doveva fare qualcosa di diverso».
Per molti commercianti c'è il problema affitti. In alcuni casi i proprietari si sono messi una mano sulla coscienza, in altri casi no. Armenui Passayan: «Ci voleva una norma che obbligava ad affittare a prezzi calmierati chi ricostruiva con soldi pubblici».
«Ci stiamo muovendo su vari fronti», spiega l'assessore Piccinini, «la riorganizzazione degli uffici comunali, con una parte degli uffici che torneranno in centro. Stiamo anche cercando di incentivare banche e assicurazioni. L'amministrazione, inoltre, porrà maggiore attenzione a distribuire meglio gli eventi, ad esempio, quelli natalizi».
«La sede unica del Comune era stata prevista all'autoparco comunale, vicino alla stazione», afferma il sindaco Biondi. «Era un indirizzo del consiglio comunale, io sto facendo fare una delibera che annulla quella decisione. In centro ci sono volumi inutilizzati, e molti che cercano sede, come Casa dello studente, Azienda diritto allo studio, Conservatorio. Bisogna coordinare queste esigenze con una cabina di regia con il Demanio. A breve verrà allacciato il gas a Palazzo Camponeschi, e torneranno i 150 dipendenti dell'Università. Riporteremo in centro funzioni che non attraggono troppi utenti», spiega Biondi, «consiglio comunale, commissioni, giunta, segretariato generale, turismo, cultura. La nostra idea è anche quella di arrivare gradualmente a una pedonalizzazione del centro. Quando? Ci sono cose si possono fare subito, altre nel medio periodo e altre nel lungo periodo. È certo che ci sono cose che non si possono fare oggi».
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