Sisma, la prevenzione segreto di Stato

La cosa importante è salvare le vite umane: meglio dormire una settimana in auto che passare la vita a piangere i cari

Leggo con stupore le dichiarazioni rese dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso e dal presidente dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Enzo Boschi. Mi sono sembrati come quei generali di Napoleone che dall'alto di una collinetta guardavano il campo di battaglia e non si preoccupavano tanto dei soldati falciati dai nemici ma solo se la loro strategia militare funzionava o meno.

Ho scritto "mi sono sembrati" perché credo di aver conosciuto bene Guido Bertolaso e so che non è affatto indifferente al dolore dei parenti delle vittime e più volte l'ho visto coinvolto e sinceramente partecipe delle sventure di noi aquilani. E questo aumenta il mio stupore per dichiarazioni che in realtà sono il classico e italianissimo scaricabarile che prevede che la colpa sia sempre degli altri. Boschi arriva ad accusare addirittura i giornali in cerca di scoop. Boschi forse non sa che l'unico "scoop" che avrei voluto fare nella mia vita era salvare la vita dei miei figli e quella di centinaia di aquilani.

Il primo aprile del 2009 avrei voluto fare un titolo a tutta pagina: «Aquilani, attenzione, il rischio è forte». E invece mi sono fidato di lei, dottor Boschi, e degli altri componenti della commissione Grandi rischi che il 31 marzo del 2009 avete liquidato la pratica L'Aquila in poco meno di un'ora. Quella fu e resta una brutta pagina per la scienza italiana al di là delle inchieste in corso.

Il presidente dell'Ingv oggi dice: «Sto valutando l'ipotesi di smettere di fornire i dati sulle scosse». Boschi che crede di dire una cosa sensata in realtà ammette l'impotenza della scienza e quindi preferirebbe un "popolo" ignaro di tutto in modo che, allora sì, qualcuno potrà pensare di "rubare" e "rivendere" quei dati diventati segreto di Stato. E si darebbe ampio spazio a maghi e stregoni.

Altro argomento forte di Boschi e Bertolaso è che per far fronte al terremoto bisogna mettere in sicurezza le case. Entrambi sanno che per una operazione del genere ci vorranno, iniziando adesso, venti o trenta anni. Fino ad allora che si fa? Si mettono in conto qualche migliaio di morti e a chi tocca tocca? Vorrei che entrambi rispondessero a questa banale domanda: è meglio dormire in macchina per una settimana con qualche disagio o vivere tutta la vita nel dolore? La mia risposta la sapete già.
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