Smistamento merci Sulla futura gestione decideranno i Comuni

Il 30 maggio scade la convenzione con la Croce Rossa Chiodi: «La Regione è pronta a recepire proposte»

AVEZZANO. Giace silente alla periferia della città e se non fosse per le bandiere sventolanti nessuno si accorgerebbe che esiste. Eppure il Centro smistamento merci della Marsica, costato quasi 37 milioni di euro, è una delle opere strutturali più grandi e complesse del territorio. Fino al 30 maggio sarà in concessione alla Croce Rossa italiana, e poi? Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, assicura che l'opera è in via di completamento, ma il suo futuro dipende dal territorio. Tanti annunci, decine di inaugurazioni programmate, e poi finanziamenti e lavori non ancora terminati. Sono passati più di 10 anni da quando si iniziò a parlare nella Marsica di questa grande struttura che insieme a quelle di Roseto, Castellalto e San Salvo, dovevano essere un fiore all'occhiello dell'Abruzzo. Invece, il progetto non è mai decollato. Quando iniziarono i lavori della grande struttura alle porte della città, con oltre 14mila metri quadrati di magazzini e 26metri quadrati di aree di stoccaggio, sembrava che fosse arrivata la svolta dell'economia marsicana. Il centro, che doveva essere utilizzato proprio per smistare le merci della Marsica, è rimasto fermo come una delle tante cattedrali nel deserto d'Italia. Nonostante i 32,5milioni di euro per il completamento, di cui 20,43 nella prima fase con avvio opere 2007/2008, e 11,92 nella seconda/terza fase con avvio opere 2008/2009 e 2010/2011, non è mai decollato. L'ultima progettazione è stata approvata dal ministero delle Infrastrutture il 5 aprile scorso. A utilizzarlo, però, finora sono stati solo i volontari della Croce Rossa italiana che, subito dopo il terremoto del 2009, lo ottennero in comodato d'uso gratuito come deposito del materiale e dei prodotti che arrivavano da tutta l'Italia per gli sfollati dell'Aquila. Per quattro anni l'associazione l'ha utilizzato, ma giovedì 30 maggio anche questo contratto scadrà e il centro rimarrà vuoto. «Il tessuto produttivo della Marsica, tra i più attivi della regione, può trarre grande giovamento da un'infrastruttura come quella dell’interporto», ha spiegato Chiodi, «i possibili profili di utilizzo sono molteplici, ma ora tocca alle amministrazioni locali, alle associazioni di categoria e ai sindacati indicare la via migliore per far sì che la stessa infrastruttura possa decollare, una volta ultimata. Il centro, inoltre, può ospitare anche istituzioni e associazioni che si occupano di protezione civile, avendo dimostrato, con il terremoto dell’Aquila del 2009, la strategicità per le operazioni di soccorso. La Regione sosterrà le idee che perverranno dal territorio».

Eleonora Berardinetti

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