Sparati otto colpi di pistola contro un bar
4 Dicembre 2011
Attentato intimidatorio a Luco, la proprietaria partorisce due gemelli per lo spavento
LUCO DEI MARSI. Otto colpi di pistola contro l'insegna di un bar inaugurato da una settimana. Un attentato intimidatorio nel centro di Luco poco prima dell'alba.
Un'intimidazione in piena regola, in via Duca degli Abruzzi, intorno alle 4 di ieri mattina. Colpita l'insegna in alluminio del bar Black Out. Otto spari che hanno svegliato i giovani titolari Renata Petra e suo marito Joussef Bya, originario di Marrakech in Marocco. In passato è stato coinvolto in un'operazione antidroga. Joussef (28 anni) è arrivato in paese cinque anni fa e si è stabilito sposando Renata, coetanea, originaria di Luco. Insieme hanno avviato il bar che è diventato un punto di riferimento per i giovani del paese.
Da ieri, i due sono anche diventati genitori di due gemelli. Gli spari hanno svegliato la giovane che vive al piano di sopra del bar. Per lo spavento, la donna - quasi al nono mese di gravidanza - si è trovata ad affrontare un parto d'urgenza, assistita da una struttura privata. Fortunatamente, il parto non ha avuto complicazioni e i due bimbi stanno bene. Al bar, che è rimasto aperto, nell'arco di tutta la giornata, hanno fatto spola gli amici della coppia, tra cui diversi connazionali di Joussef. Tutti si sono detti preoccupati dall'escalation di episodi di violenza che stanno interessando il paese. Alla base dell'attentato potrebbero esserci anche vicende controverse legate allo spaccio. Lo stesso proprietario Bya, infatti, è stato coinvolto in un'operazione antidroga. «Questo posto sta diventando "Luco dei pazzi"», taglia corto un suo amico.
«C'è da fare attenzione a tutto». La famiglia coinvolta, tramite il legale, Roberto Verdecchia, ha formalizzato una denuncia contro ignoti ai carabinieri che, immediatamente, sono arrivati sul posto per gli accertamenti e i rilievi del caso. «Sono gelosi di quello che abbiamo costruito», si sfoga il titolare marocchino, «un'attività perfettamente in regola dal punto di vista amministrativo e contabile».
Un'intimidazione in piena regola, in via Duca degli Abruzzi, intorno alle 4 di ieri mattina. Colpita l'insegna in alluminio del bar Black Out. Otto spari che hanno svegliato i giovani titolari Renata Petra e suo marito Joussef Bya, originario di Marrakech in Marocco. In passato è stato coinvolto in un'operazione antidroga. Joussef (28 anni) è arrivato in paese cinque anni fa e si è stabilito sposando Renata, coetanea, originaria di Luco. Insieme hanno avviato il bar che è diventato un punto di riferimento per i giovani del paese.
Da ieri, i due sono anche diventati genitori di due gemelli. Gli spari hanno svegliato la giovane che vive al piano di sopra del bar. Per lo spavento, la donna - quasi al nono mese di gravidanza - si è trovata ad affrontare un parto d'urgenza, assistita da una struttura privata. Fortunatamente, il parto non ha avuto complicazioni e i due bimbi stanno bene. Al bar, che è rimasto aperto, nell'arco di tutta la giornata, hanno fatto spola gli amici della coppia, tra cui diversi connazionali di Joussef. Tutti si sono detti preoccupati dall'escalation di episodi di violenza che stanno interessando il paese. Alla base dell'attentato potrebbero esserci anche vicende controverse legate allo spaccio. Lo stesso proprietario Bya, infatti, è stato coinvolto in un'operazione antidroga. «Questo posto sta diventando "Luco dei pazzi"», taglia corto un suo amico.
«C'è da fare attenzione a tutto». La famiglia coinvolta, tramite il legale, Roberto Verdecchia, ha formalizzato una denuncia contro ignoti ai carabinieri che, immediatamente, sono arrivati sul posto per gli accertamenti e i rilievi del caso. «Sono gelosi di quello che abbiamo costruito», si sfoga il titolare marocchino, «un'attività perfettamente in regola dal punto di vista amministrativo e contabile».
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