Tasse universitarie, si va allo scontro

Anche il cda dell’Ateneo favorevole al ritorno alla contribuzione. L’Udu dissente: scelta che penalizza gli studenti

L’AQUILA. Slitta ancora di qualche giorno la decisione definitiva sulla reintroduzione delle tasse universitarie.

Dopo un consiglio d’amministrazione d’Ateneo infuocato, infatti, ieri sera è stata deliberata la revisione del sistema di contribuzione da parte degli studenti dell’Università aquilana. Ma per un vizio di forma il cda dovrà tornare a riunirsi il 30 luglio: l’organismo, infatti, avrebbe dovuto essere convocato solo dopo aver appreso il parere obbligatorio, ma non vincolante, del consiglio studentesco, che invece, è stato completamente superato.

In questi giorni, dunque, il più importante organo di rappresentanza degli studenti dovrà dire la propria sulla questione tasse per permettere che la decisione, che sarà assunta dal prossimo cda, sia definitiva. Intanto, la strada sembra ormai tracciata. Il consiglio d’amministrazione, infatti, ha accolto in gran parte la proposta del Senato accademico, già ampiamente contestata nei giorni scorsi dai rappresentanti degli iscritti all’Università.

Se tutto verrà confermato, dunque, non solo dal prossimo anno accademico si tornerà a pagare le tasse (sospese dal post-terremoto grazie a un accordo di programma col ministero), ma bisognerà sborsare più di quanto si faceva nel 2008. Un tentativo anche di recuperare le spese rispetto al previsto calo d’iscrizioni all’Ateneo, facilmente prospettabile a seguito dell’introduzione del numero programmato per alcuni tra i corsi di laurea più numerosi: Psicologia, Scienze motorie, Biotecnologie e Scienze biologiche. Indignati dalla decisione i rappresentanti dell’Udu (Unione degli universitari), che hanno lasciato il cda dopo il punto all’ordine del giorno sulle tasse: «Ci sembra assurdo voler far pagare agli studenti la scelta di ridurre il numero d’iscritti all’Ateneo. Una scelta che tra l’altro non è stata condivisa fin da subito dalle rappresentanze studentesche», ha spiegato Mattia Scarsella dell’Udu. «La proposta, caldeggiata dalla rettrice, prevede un’entrata dalla contribuzione studentesca stimabile intorno ai 14 milioni di euro, introito che dovrebbe gravare su un numero di studenti previsto intorno ai 20000, a fronte di un introito pari a 13,7 milioni riferibile a quando gli studenti erano circa 26mila. Un assurdo, dal quale la Inverardi non vuole assolutamente retrocedere. Per quanto ci riguarda, tuttavia, non lasceremo nulla di intentato. Il cda ha dato seguito solo ad alcune delle proposte che avevamo portato a favore soprattutto degli studenti con redditi medio-bassi. Questo ovviamente non ci basta». Alla vicenda dovrà mettere un punto il prossimo cda.

Ma il rischio che le battaglie non terminino in quella sede sembra essere sempre più concreto.

Michela Corridore

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