SULMONA

Telefonini nel carcere di massima sicurezza, sospeso agente penitenziario

Il 53enne venne già arrestato ad aprile per aver introdotto tre microcellulari. Nell'inchiesta condannati 9 detenuti per le chiamate dall'interno del carcere di massima sicurezza

SULMONA. Sospensione cautelare dal servizio e revoca dell'obbligo di firma per l'agente di polizia penitenziaria 53enne accusato di aver introdotto tre microcellulari nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, destinati verosimilmente ai detenuti. Il poliziotto, arrestato nell'aprile scorso, era stato rimesso in libertà il 5 agosto in attesa dell'udienza in camera di consiglio, celebrata questa mattina e poi rinviata per questioni procedurali all'11 gennaio 2024. Il suo avvocato, Alessandro Margiotta, ha presentato richiesta di patteggiamento o di rito alternativo.

L'inchiesta era scattata il 25 ottobre 2022 quando un detenuto, sorpreso in cella con tre cellulari in cella senza scheda, aggredì cinque agenti mandandoli in ospedale. In quel periodo furono sequestrati una ventina di telefoni nella struttura penitenziaria. La Procura di Sulmona aveva quindi disposto accurate perquisizioni, eseguite dal personale penitenziario, che portarono a rinvenire tre microcellulari in dotazione al 53enne, oltre a uno di sua proprietà. L'agente si era giustificato spiegando di aver portato quei telefoni per sbaglio, ovvero di averli dimenticati in tasca dopo averli acquistati a prezzo modico per poi rivenderli ad amici e colleghi.

Nella vicenda nove detenuti nel carcere di Sulmona sono stati condannati per il reato di accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.