Tesoro in eredità, nuove accuse

21 Maggio 2014

Il pm: Coco ha fatto credere al centenario di essere stato abbandonato dai parenti

AVEZZANO. Un nuovo capitolo nella vicenda giudiziaria sull’eredità milionaria contesa. L’ha scritto ieri il pm Maurizio Maria Cerrato. Il protagonista resta Giuseppe Coco, dipendente di una clinica di Canistro, unico erede dei beni del centenario aquilano Dante Piccinini. Quest’ultimo ha lasciato un tesoro da un milione di euro. Il pm, in sintesi, ha “chiarito” il capo d’imputazione nei confronti di Coco, dopo un’eccezione presentata dal suo difensore, l’avvocato Crescenzo Presutti. Secondo il pm, il dipendente della clinica, nel periodo in cui lo sfollato aquilano era ricoverato a Canistro, avrebbe portato Piccinini a interrompere qualsiasi rapporto con i parenti, così da far credere all’anziano di essere stato abbandonato.

I beni lasciati in eredità, abitazioni, conti correnti bancari e oggetti da collezione, restano sotto sequestro preventivo, come disposto nel maggio 2011 dal gip del tribunale di Avezzano. Il testamento era stato impugnato da alcune nipoti di Piccinini, residenti all’Aquila.

Coco, indagato per circonvenzione di incapace, ha sempre respinto le accuse. «Il testamento è legittimo» ha sempre detto il dipendente della clinica «ho fatto solo del bene, senza fare mai nulla per soldi, come nel caso di altri anziani».

Nella vicenda è indagata anche una dottoressa, difesa dall’avvocato Antonio Milo, che avrebbe scritto un falso certificato.

L’udienza è stata aggiornata a martedì 7 ottobre. (r.rs.)

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