Tralicci, le case dei disperati
A decine dormono nei tunnel d’acciaio dell’elettrodotto.
AVEZZANO. Sono le nuove case dei disperati, di giovani arrivati in Italia col sogno di una vita migliore, ma costretti a fare i conti con un’altra realtà. Giovani finiti a dormire in un tunnel d’acciaio, avvolti tra cartoni e vecchi giornali. Le loro case sono i tralicci abbandonati di un elettrodotto in fase di realizzazione. Una piaga sociale che commuove, ma che allo stesso tempo si scontra con le proteste dei residenti, stanchi dei bivacchi.
ECCO I RICOVERI. Tralicci lunghi quasi 25 metri, stesi sul terreno, con un diametro iniziale di un metro e 30, che man mano diventa sempre più stretto. Sono questi i rifugi notturni di giovani stranieri senza dimora. Ce n’è uno dietro la stazione, ai margini di piazzale Kennedy. Ce ne sono altri nella zona del quartiere residenziale di Scalzagallo. Appartengono all’elettrodotto delle Ferrovie. I lavori sono bloccati da mesi per le proteste dei residenti che temono danni alla salute per l’elettrosmog. Ora all’interno ci sono cartoni e fogli di giornali, utilizzati per ripararsi dal freddo. Ci sono abiti, scodelle sporche, pezzi di pane, ma anche bottiglie e zaini. Dentro ci dormono fino a cinque persone e l’aria è irrespirabile.
UNA STORIA. Nel traliccio del terminal degli autobus si rifugia un gruppo di giovanissimi marocchini, tra cui Said, di 18 anni, clandestino. È arrivato in Italia prima dell’estate, credeva di trovare la fortuna, invece dorme in un tunnel di metallo. Racconta che non è stato in grado di trovare una casa e neanche un lavoro. «Non posso essere assunto», dice, «perché non sono in regola, ma senza lavoro non posso fare i documenti». Lavora in nero nel Fucino, in modo saltuario, ma i soldi per trovare casa non bastano. In Marocco ha lasciato i genitori e i fratelli. Sperava di guadagnare così tanto in Italia da inviare il denaro anche a loro.
LE PROTESTE. La triste situazione dei piccoli marocchini ha suscitato commozione nel quartiere ma, allo stesso tempo, anche indignazione e rabbia. Non mancano infatti le proteste dei residenti che hanno denunciato al Comune problemi igienico sanitari e cattivi odori nella zona. Il rischio è che si verifichino episodi di intolleranza nei confronti di ragazzi che già soffrono abbastanza per una situazione che spesso è indipendente dalla loro volontà. Spesso vengono ritrovati vicino ai tralicci immondizia e bottiglie abbandonate.
LA LEGGE. In consiglio comunale, contro tale fenomeno, l’opposizione aveva chiesto l’attuazione di una legge per vietare il vagabondaggio, oppure di bere alcolici in strada e all’aperto, ma anche un pacchetto contro il fenomeno della prostituzione, del danneggiamento del patrimonio pubblico e dei monumenti. Ordinanze del genere sono state adottate con successo già dai Comuni di Milano e Brescia. Si tratta di un tipo di ordinanza applicabile grazie al decreto 92/08, firmato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo la conferenza Stato-città e autonomie locali che si è svolta al Viminale lo scorso 5 agosto, e che recepisce alcune richieste avanzate dagli enti locali e dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). L’iniziativa era stata accolta dalla maggioranza e aveva avuto l’ok del sindaco Antonio Floris nel corso di un consiglio comunale. Il provvedimento non è stato però ancora applicato.
I DATI. Spesso la disperazione porta illegalità. In un anno, nel territorio del Fucino, sono state arrestate per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti 30 marocchini. Denunciate, invece, sempre per reati riguardanti lo spaccio, 11 immigrati, sempre del Marocco.

ECCO I RICOVERI. Tralicci lunghi quasi 25 metri, stesi sul terreno, con un diametro iniziale di un metro e 30, che man mano diventa sempre più stretto. Sono questi i rifugi notturni di giovani stranieri senza dimora. Ce n’è uno dietro la stazione, ai margini di piazzale Kennedy. Ce ne sono altri nella zona del quartiere residenziale di Scalzagallo. Appartengono all’elettrodotto delle Ferrovie. I lavori sono bloccati da mesi per le proteste dei residenti che temono danni alla salute per l’elettrosmog. Ora all’interno ci sono cartoni e fogli di giornali, utilizzati per ripararsi dal freddo. Ci sono abiti, scodelle sporche, pezzi di pane, ma anche bottiglie e zaini. Dentro ci dormono fino a cinque persone e l’aria è irrespirabile.
UNA STORIA. Nel traliccio del terminal degli autobus si rifugia un gruppo di giovanissimi marocchini, tra cui Said, di 18 anni, clandestino. È arrivato in Italia prima dell’estate, credeva di trovare la fortuna, invece dorme in un tunnel di metallo. Racconta che non è stato in grado di trovare una casa e neanche un lavoro. «Non posso essere assunto», dice, «perché non sono in regola, ma senza lavoro non posso fare i documenti». Lavora in nero nel Fucino, in modo saltuario, ma i soldi per trovare casa non bastano. In Marocco ha lasciato i genitori e i fratelli. Sperava di guadagnare così tanto in Italia da inviare il denaro anche a loro.
LE PROTESTE. La triste situazione dei piccoli marocchini ha suscitato commozione nel quartiere ma, allo stesso tempo, anche indignazione e rabbia. Non mancano infatti le proteste dei residenti che hanno denunciato al Comune problemi igienico sanitari e cattivi odori nella zona. Il rischio è che si verifichino episodi di intolleranza nei confronti di ragazzi che già soffrono abbastanza per una situazione che spesso è indipendente dalla loro volontà. Spesso vengono ritrovati vicino ai tralicci immondizia e bottiglie abbandonate.
LA LEGGE. In consiglio comunale, contro tale fenomeno, l’opposizione aveva chiesto l’attuazione di una legge per vietare il vagabondaggio, oppure di bere alcolici in strada e all’aperto, ma anche un pacchetto contro il fenomeno della prostituzione, del danneggiamento del patrimonio pubblico e dei monumenti. Ordinanze del genere sono state adottate con successo già dai Comuni di Milano e Brescia. Si tratta di un tipo di ordinanza applicabile grazie al decreto 92/08, firmato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo la conferenza Stato-città e autonomie locali che si è svolta al Viminale lo scorso 5 agosto, e che recepisce alcune richieste avanzate dagli enti locali e dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). L’iniziativa era stata accolta dalla maggioranza e aveva avuto l’ok del sindaco Antonio Floris nel corso di un consiglio comunale. Il provvedimento non è stato però ancora applicato.
I DATI. Spesso la disperazione porta illegalità. In un anno, nel territorio del Fucino, sono state arrestate per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti 30 marocchini. Denunciate, invece, sempre per reati riguardanti lo spaccio, 11 immigrati, sempre del Marocco.