Traversi: è il terzo terremoto che mi faccio

7 Ottobre 2011

Truffa Fondazione, il prof arrestato intercettato in città pochi giorni dopo il sisma

L'AQUILA. «È il terzo terremoto che mi faccio». C'era chi rideva, quella notte. E chi, fin dai primissimi giorni successivi al sisma, già si aggirava in città e nei paesi del cratere sismico in cerca di «cose da fare». Gli investigatori hanno seguito Traversi dall'aprile del 2009.

IL PROFESSORE. Attraverso Diquamont scarl srl, il professore nato a Trastevere, arrestato (ai domiciliari) il 22 settembre insieme al medico aquilano Gianfranco Cavaliere, componente del suo ordine professionale e referente aquilano del sottosegretario Carlo Giovanardi, voleva duplicare il sistema messo in campo in occasione del terremoto del Molise. Del resto, intercettazioni e pedinamenti a parte, è lo stesso Traversi a esplicitare, sul sito Internet della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, i suoi movimenti. Una Fondazione sostenuta dalla Curia, attraverso l'autorevole attribuzione dei primi due ruoli, quello di presidente e vicepresidente vicario, ai due vescovi Giuseppe Molinari e Giovanni D'Ercole.

«Il 27 aprile 2009», si legge nel documento agli atti dell'inchiesta condotta dal pm Antonietta Picardi, «su richiesta del Comune di Villa Sant'Angelo, con 20 morti tra gli abitanti (i morti furono 17, ndr), e completamente raso al suolo dal terremoto, il Servizio sistema qualità montagna dell'Eim inizia a impostare un coordinamento organizzativo e progettuale degli 11 Comuni dell'area omogenea 8 ex Pst aquilano per individuare un'idonea metodologia comune ed armonizzante di ricostruzione fondata su valorizzazione e rivitalizzazione del tessuto socio-economico locale».

I VIAGGI. E così i carabinieri si mettono sulle tracce di Traversi fin dalle prime uscite nei Comuni aquilani dove tiene 25 riunioni «con i Comuni e gli uffici di Presidenza della Regione Abruzzo del Servizio sistema qualità montagna dell'Eim», come scrive sempre Traversi. Secondo l'accusa, nel corso di queste riunioni il fulcro della Fondazione chiedeva ai Comuni di conferire beni immobili, terreni e fabbricati, al fine di portare avanti l'attività della Fondazione. Beni da incamerare con la prospettiva di attivare progetti altisonanti ma scarsamente concreti. Nel mirino, tra l'altro, i 12 milioni di euro di fondi Giovanardi del sociale. Ma anche 4 milioni di soldi pubblici del ministero del Turismo per la rete degli itinerari religiosi.

«NON HA FATTO NIENTE». La chiave per sbarcare nell'Aquila del dopo-sisma è il Diquamont scarl, società consortile molisana sorta nell'ottobre 2007 con dentro anche Confartigianato Teramo. «Nel corso delle indagini», scrive il gip Marco Billi, «è emerso come Traversi abbia imposto la presenza di Diquamont nella Fondazione». Il pm, nella richiesta di arresto, osserva: «Traversi ha dovuto resistere anche a evidenti critiche mosse durante l'iter di approvazione dell'adesione da parte della Provincia dell'Aquila circa la presenza di Diquamont facendola giustificare dal consigliere Mauro Fattore e dal sindaco Silvano Cappelli come una realtà che "...abbiamo copiato perché ha funzionato in Molise". In verità», prosegue il pm, «in numerose conversazioni intercettate, Traversi ha avuto più volte modo di esternare di essere totalmente insoddisfatto dell'operato del Diquamont, che esso "non stia facendo niente in Molise..." e riferendosi più volte al fatto che il Diquamont non abbia "prodotto niente". Analizzando i bilanci depositati dal Diquamont relativi agli anni 2008 e 2009 si riscontra la passività della società consortile».

«MI FACCIO DARE». In un'intercettazione telefonica del colloquio con l'avvocato Antonio Morgante (responsabile della segreteria del commissario Chiodi e anche lui componente del collegio scientifico della Fondazione), Traversi dice che «c'è un pacchettino di 4 milioni di euro pronto all'uso». Morgante: «Pronti...è meglio...benissimo». Traversi: «Capito? Mi faccio dare dalla diocesi Palazzo Cappelli». Morgante: «...ah..ah...». Traversi: «2500 metri quadri...ci piazzo dentro la Fondazione, e la prima dote della Fondazione è quello che mi porto via dall'istituto». Morgante: «E certo». Traversi: «Ho già parlato con sua eccellenza». Morgante: «Non tutti i mali vengono per nuocere, se vengono gestiti».

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