le scelte dell’ateneo

«Università, no al numero chiuso»

Il consigliere straniero Gamal: «Così gli studenti fuggono altrove»

L’AQUILA. «Macelleria universitaria con il numero programmato: migliaia di studenti aquilani andranno fuori». Lo sostiene il consigliere straniero Gamal Bouchaib. «L’Università è il motore della crescita economica, sociale e politica per qualsiasi città. Ma all’Aquila si è ridotta a poco più di un motorino. L’ultimo rapporto Miur evidenzia la contrazione complessiva del sistema universitario aquilano tramite l’anagrafe nazionale degli immatricolati e iscritti registrati nell’anno accademico 2015/2016. Se nel 2013/2014 l’Università “attraeva” l’1,37% di tutti gli immatricolati italiani, nel 2015/2016 questa quota si è più che dimezzata: 0,66%. A fronte di questo L’Aquila risulta, per il secondo anno consecutivo, l’ateneo con la più forte decrescita di immatricolati. Un pesantissimo -18% nell’ultimo anno, un -50% nel biennio di applicazione del numero programmato. L’Ateneo registra circa 18.000 iscritti, 6.000 in meno in 2 anni, una discesa che continuerà ancora e che, evidentemente, è da ascrivere sia al numero programmato sia a una sostanziale e progressiva perdita di attrattività di aree storiche dell’Ateneo. Ed è ancora più spaventoso il confronto sul biennio, che vede, a fronte di una flessione di oltre il 50% dell’Aquila, una perdita del 12% a Chieti-Pescara».

«Il numero chiuso adottato dalla rettrice a Biologia, Bioteconologie, Psicologia e Scienze motore», continua Gamal, «sta dando il frutto massimo in questi giorni (tanti giovani aquilani andranno fuori perché non hanno superato il test). A Psicologia su oltre 350 persone hanno superato il test in 120, quindi due terzi andranno fuori (ad esempio a Chieti, con l’iscrizione aperta al corso magistrale di Psicologia). Attendiamo i ricorsi di Udu e altri. Ma serve un’inversione di tendenza con politiche che mettano al centro il diritto allo studio e gli studenti, altrimenti chi ripopolerà L’Aquila?».

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