«Via la farmacia dal container»

Santanza, mozione di Verini e Giorgi per una sede adeguata. Chiesta un’ispezione alla Asl

L’AQUILA. Un’ispezione dell’Asl nel container che ospita la farmacia di Santanza, di fronte alla galleria commerciale Via Roma, per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie. La richiesta è dei consiglieri comunali Enrico Verini ed Ermanno Giorgi, che ieri hanno tenuto una conferenza stampa di fronte al container «per denunciare lo stato indecoroso in cui si trova, da ben quattro anni, la farmacia».

Verini e Giorgi hanno inviato una nota ufficiale all’Asl, chiedendo un’immediata ispezione dei locali. Ispezione che avverrà entro la prossima settimana. «La farmacia comunale di Santanza», spiega Verini, «è gestita dall’Afm e prima del sisma produceva un fatturato molto alto, che si è ridotto del 60 per cento. Ma non sono tanto gli incassi a destare preoccupazione, quanto lo stato in cui operano i dipendenti e le condizioni igienico-sanitarie dei locali, privi persino di acqua corrente. Nel container molto vecchio e di piccole dimensioni, privo di ingresso per disabili, bucato in più punti e adagiato su un fianco», sottolinea Verini, «non vi entrano più di tre persone contemporaneamente, per mancanza di spazi e gli utenti, d’inverno come d’estate, devono attendere fuori il proprio turno. Assolutamente inadatto alla conservazione dei medicinali a causa delle elevate temperature. Non è accettabile che, a più di quattro anni dal sisma, una farmacia di proprietà del Comune sia ancora ubicata in un container». «Abbiamo inviato una segnalazione all’Asl», afferma Giorgi, «che ha garantito un intervento immediato. Riteniamo che il management dell’Afm non sia all’altezza di gestire l’azienda». Due giorni fa, sul sito dell’Afm, è stato pubblicato il bando per l’affitto di locali dove trasferire la farmacia di Santanza. «L’Afm», concludono Verini e Giorgi, «aveva manifestato la volontà di realizzare una nuova struttura. Adesso si parla di locali in affitto. Decisione, quest’ultima, che poteva essere presa molto tempo fa, senza sottoporre i dipendenti a condizioni di lavoro inaccettabili, con disagi anche all’utenza».

Monica Pelliccione

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