L’Aquila

Violenza sessuale su un’allieva, finanziere rischia il processo: la procura dell’Aquila chiude le indagini su un ufficiale

7 Giugno 2025

Vhiesto il rinvio a giudizio per un Capitano della Guardia di finanza accusato di reati di violenza sessuale e lesioni nei confronti di una sua allieva

L’AQUILA. Avrebbe invitato nel suo alloggio un'allieva finanziera per esaminare con lei alcuni test, poi l'avrebbe violentata: con le contestazioni di violenza sessuale e lesioni, suffragate da alcuni commenti in una chat su WhatsApp, la Procura della Repubblica dell'Aquila ha chiuso le indagini a carico di un 32enne capitano istruttore della Scuola Ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza dell'Aquila. Un caso che ha creato sconcerto e imbarazzo in quello che è considerato il fiore all'occhiello delle Fiamme Gialle, nonché uno dei simboli del capoluogo abruzzese dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Oltre al capitano, trasferito nel nord Italia e che ora rischia il processo, sono stati coinvolti in questa vicenda altri tre pari grado, anche loro trasferiti, accusati di maltrattamenti e di aver tentato di insabbiare la storia per coprire il collega: ma il pm titolare dell'inchiesta, Ugo Timpano, ha stralciato la posizione dei tre - che avevano una chat con l'indagato principale nella quale avrebbero commentato il grave episodio - e per loro è stata presentata istanza di archiviazione.

A denunciare la violenza era stata la stessa allieva, che si era confidata con alcune colleghe e con i familiari. Dopo il racconto alla polizia e una visita in ospedale ad aprire un'inchiesta furono la Procura dell'Aquila e quella militare. Con contestuale sequestro dei cellulari dei quattro e perquisizioni nella stessa scuola di formazione.

Come riferisce nell'edizione odierna il quotidiano "La Repubblica", la giovane allieva ha raccontato tutta la vicenda il 28 maggio dello scorso anno. Nella sua ricostruzione, riferisce di essere andata nell'alloggio del capitano all'interno della grande struttura sede della scuola. Le indagini, portate avanti dal Gruppo Codici della Procura dell'Aquila di cui fa parte un'aliquota Carabinieri e della Polizia, dimostrerebbero che l'ufficiale avrebbe ignorato i 'no' della giovane e che si sarebbe quindi consumata la violenza. Nel corso delle indagini era emerso il sospetto di un gruppo di finanzieri che organizzavano una vera e propria "caccia" alle allieve, accusa molto grave poi caduta in seguito all'esame dei messaggi acquisiti, dalla Procura dell'Aquila e da quella militare di Roma, con l'obiettivo di chiarire quante altre persone fossero a conoscenza dei fatti. Di qui la richiesta di proscioglimento dei tre ufficiali amici del capitano sul quale ora il Gup deve decidere il rinvio a giudizio.

Sulle presunte violenze nei confronti dell'allieva finanziera, che ha frequentato corsi dell'anno accademico insieme a tanti altri colleghi (sono oltre 5mila quelli in formazione), è stato mantenuto il più stretto riserbo da parte degli inquirenti.