Il tribunale del malato: subito il distretto sanitario

17 Novembre 2013

Guardiagrele, l’associazione suona la sveglia alla Asl: 40 mila utenti ancora costretti a emigrare a Francavilla per certificazioni e visite mediche

GUARDIAGRELE. «L'assistenza sanitaria è più che a rischio, ora che la Asl Lanciano-Vasto-Chieti sembra decisa a trasferire a Ortona il reparto di Geriatria. Ma il disagio più grave che viene imposto a Guardiagrele e al suo bacino di circa 40mila utenti della sanità, una vasta area pedemontana, è l'immobilismo sullla messa in funzione del Distretto sanitario di base, tanto che i nostri pazienti e le loro famiglie devono ancora fare capo al Distretto di Francavilla. E' una situazione non più sostenibile».

Il presidente guardiese di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato di Guardiagrele, Ennio Di Renzo, attacca l'Azienda sanitaria teatina per l'assenza di decisioni sul Santissima Immacolata. «E' un ospedale, il nostro», incalza Di Renzo, «lasciato a morire in una lenta agonia in un braccio di ferro giudiziario presso i tribunali amministrativi che ha fatto scadere la qualità del servizio al minimo storico». All'ufficio del Tribunale per i diritti del malato del Santissima Immacolata sono giunte decine di segnalazioni e lamentele dai familiari dei pazienti più anziani. «Ci manifestano il loro giustificato timore», spiega Erika Pica, presidente del Tdm guardiese, «per i disagi che dovrebbero affrontare se i loro parenti venissero trasferiti a Ortona. Ci dicono che non potrebbero più seguirli con assiduità come fanno ora. E poi», prosegue la presidente del Tdm, «si era detto che nessun reparto o servizio doveva essere toccato fino a quando l'ospedale fosser rimasto aperto come tale e non trasformato in Pta, il Presidio territoriale di assistenza che la Regione vorrebbe a Guardiagrele come è già stato fatto a Casoli e a Gissi. Di ufficiale», è la critica di Pica, «non c'è mai nulla, ma dal nostro osservatorio in ospedale percepiamo un disinteresse della Asl per la struttura, in tutti i suoi aspetti». Di Renzo torna alla carica sulla stasi del Distretto guardiese, esistente fino a oggi solo sulla carta. «Con un ospedale ancora inserito a pieno titolo nella rete regionale dell'emergenza- urgenza», annota il presidente di Cittadinanzattiva, «ci vegono man mano a mancare i reparti e soprattutto ci si deve sobbarcare a ben 34 chilometri, la distanza tra Guardiagrele e Francavilla, per prenotare visite o ricevere prestazioni ambulatoriali. Con le liste d'attesa che crescono, mentre basta pagare qualcosa in più per ottenere la prestazione nel giro di giorni. Dal Servizio sanitario nazionale stiamo passando, in sordina, verso il servizio sanitario privato».

Francesco Blasi

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