Centrale Powercrop Il Via chiede integrazioni

17 Ottobre 2014

Non si sblocca in Regione il progetto per l’impianto a biomasse di Avezzano Intanto continuano le proteste degli ambientalisti sullo Sblocca Italia

L’AQUILA. La società Powercrop dovrà presentare documenti integrativi al progetto per la realizzazione di una centrale a biomasse di 93 Mw nell’ex zuccherificio di Avezzano. Lo ha deciso ieri il comitato Via (Valutazione impatto ambientale), riunito per la prima volta dopo l’arresto del suo presidente Antonio Sorgi al centro dell’inchiesta della procura di Pescara “Re Sole” (presiedeva il Via ad interim il direttore regionale Walter Gariani).

Riunione fiume quella di ieri, iniziata alle nove e terminata alle 20 con le due istanze Powercrop e l’audizione del comune di Avezzano, di Luco e di alcune associazioni. «La circostanza che il comitato Via, riunito al gran completo abbia chiamato le due procedure riunite alle 18 e che sia terminato il tutto alle 19.40 mostra l'interesse che ci possa essere sulla vicenda», ha detto l’assessore comunale di Avezzano Massimo Verdecchia al termine dell’audizione, «e la dice lunga sulla sensibilità che dovranno prestare i componenti nel valutarla. Come cittadino e come assessore spero voglia soprassedere ed effettuare un ulteriore nuova valutazione a riguardo dell'insediamento industriale». Compito non facile quello del Comitato. Sul no alla centrale a biomasse si è mobilitata praticamente tutta la Marsica. Il comitato marsicano No Powercrop, mercoledì e ieri era in piazza Montecitorio a Roma per protestare contro il decreto Sblocca Italia. Protesta il comune di Avezzano (il sindaco Di Pangrazio ha scritto al governatore Luciano D’Alfonso perché blocchi l’iter), protesta la Confagricoltura. E l’inchiesta in cui è stato coinvolto Sorgi complica ulteriormente la situazione. Nei giorni scorsi cinque consiglieri della maggioranza ad Avezzano avevano chiesto alla Regione di rivedere gli iter autorizzativi, proprio alla luce dell’inchiesta. «Fermo restando il principio di non colpevolezza e lasciando alla magistratura il compito, esclusivo, di verificare eventuali responsabilità delle persone coinvolte» avevano sottolineato i consiglieri comunali, «ribadiamo l'assoluta contrarietà alla realizzazione dell'insediamento dannoso per l'ambiente e inutile per l'economia del territorio poiché in aperto contrasto con la vocazione agricola, turistica e culturale della Marsica».

La richiesta dei cinque consiglieri si collega a una «coincidenza» rilevata dai magistrati della procura di Pescara. In particolare alla posizione di uno degli indagati, l’architetto Giovanni Vaccarini, (a capo della Sincretica srl, società che opera con la Lt Progetti della moglie di Sorgi nel Consorzio Finanza & Progetti). La procura infatti ha ricordato che nel 2010 Sorgi, da capo del comitato Via, dette un parere favorevole all'attività per il sito di Avezzano: «Il dato che può apparire del tutto anonimo», scrivono i magistrati nell’ordinanza, «assume un valore diverso (senza entrare nel dettaglio della legittimità del provvedimento) se lo si collega alla strana coincidenza che la Powercrop, società milanese, in epoca coeva alla emanazione del suddetto parere favorevole, abbia affidato un incarico a Vaccarini nell'ambito della progettazione di un'altra centrale a biomasse a Russi, in provincia di Ravenna». Coincidenze, dice la Procura, che non contribuiranno a spegnere le polemiche.

Ombrina. Intanto ieri si è conclusa la seconda giornata di presidio delle associazioni e dei comitati ambientalisti, davanti alla Camera dei deputati, per contestare il decreto Sblocca Italia. Al sit-in ha preso parte anche l'assessore regionale all'Ambiente, Mario Mazzocca, in dissenso verso il provvedimento. «Diverse regioni e la Conferenza delle Regioni» dicono al Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua «stanno chiedendo anche con atti ufficiali lo stralcio degli articoli più controversi, dal petrolio agli inceneritori. Appare quindi del tutto incredibile che in commissione Ambiente il presidente Ermete Realacci abbia addirittura contingentato i tempi per la discussione degli emendamenti portando prima a tre minuti e poi a un minuto il tempo a disposizione di ogni gruppo parlamentare per discutere la proposta di modifica». Ieri gli stessi deputati del Pd avevano ammesso che l'Art.38 Sblocca trivelle del decreto è un testo difficile da digerire». Intanto il deputato di Sel Gianni Melilla annuncia che sul progetto Ombrina ( 6 pozzi e una grande nave desolferante a 6 km da Ortona-San Vito nel mare Adriatico, di fronte al Parco Nazionale della Costa teatina) è in gestazione da parte del sottosegretaria all’Ambiente un emendamento al decreto Sblocca Italia che riporterebbe la soglia di rispetto a 12 km e prevederebbe una sospensione sino al 2016 di ogni progetto nella previsione della perimetrazione e del decollo del Parco Nazionale della Costa Teatina dopo la nomina del commissario da parte del governo. «Si tratta di una importante novità», dice Melilla, «che ci aspettiamo ora si traduca in legge nella conversione del Decreto». (cr.re.)

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