Aca, Mascia ricorre in tribunale contro Di Cristoforo

Il Comune impugna l’atto di conferma del presidente Braccio di ferro Pdl-Pd sul controllo dell’azienda

PESCARA. L’amministrazione comunale di Pescara ha depositato ieri, davanti al tribunale dell’Aquila, l’atto di impugnazione della delibera con cui è stato confermato Ezio Di Cristoforo alla presidenza dell’Aca per un altro triennio, cioè fino al 2015. È un atto di guerra senza precedenti tra il Comune, a guida Pdl e l’azienda acquedottistica, roccaforte del Pd. Secondo il sindaco Albore Mascia, l’elezione sarebbe illegittima, in quanto violerebbe le norme dello statuto dell’azienda e persino quelle sulla Spending review del governo Monti. Addirittura, la maggioranza dei Comuni soci dell’Aca sarebbe ricorsa all’escamotage dell’elezione anticipata, rispetto all’approvazione del bilancio 2011, per consentire a Di Cristoforo di essere rieletto, evitando la decadenza dell’intero consiglio di amministrazione. Decadenza che avrebbe comportato il rinnovo di tutto il cda con altri criteri. Per questo motivo, durante l’assemblea del 3 agosto scorso, l’assessore Marcello Antonelli, in qualità di rappresentante del Comune di Pescara, decise di abbandonare in segno di protesta la riunione, seguito dai Comuni di Montesilvano, Cepagatti e Scafa.

Ma le contestazioni non finiscono qui. «L’assemblea», ha spiegato Mascia, «è stata chiamata a pronunciarsi separatamente sul rinnovo di un solo componente del cda. Invece, in occasione dell’approvazione del bilancio, sarebbe stato necessario rinnovare l’intero consiglio di amministrazione. Questo perché il presidente e uno dei componenti Giuseppe Di Michele erano cessati per scadenza del mandato originario». «Al rinnovo», ha proseguito il sindaco, «occorreva obbligatoriamente applicare la normativa della legge 135 che, in nome del risparmio della spesa per gli enti pubblici, prescrive la partecipazione ai cda con tre membri delle società a capitale pubblico, o a totale partecipazione pubblica, di due dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione, oppure scelti d’intesa tra le amministrazioni. Questa norma della Spending review doveva essere applicata subito».

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