«Affitti insostenibili, così si chiude»

Città dello shopping in agonia. I negozianti: proprietari sordi a ogni riduzione

PESCARA. «Gli affitti che continuano a chiedere per i negozi in centro sono fuori ogni grazia di Dio, ma è ora che i proprietari si mettono una mano sulla coscienza. Se va avanti così chiudiamo tutti». È un commerciante storico a parlare, uno che da 30 anni, con le sue vetrine in via Trento (che nel tempo si sono allargate all’angolo con via Nicola Fabrizi) contribuisce a dare prestigio alla città dello shopping. È Carlo («Carlo e basta») il titolare delle boutique Giman e G woman che qualche mese fa, di fronte a una crisi che non dà scampo a nessuno, ha chiesto una riduzione dell’affitto al proprietario dei locali. «Non ce l’hanno accordata, pretendono lo stesso trattamento, ma non rispecchiano il momento in cui viviamo. Noi stiamo cercando di concentrare le forze, ma il calo è sotto gli occhi di tutti e se i proprietari dei locali non se ne rendono conto si va tutti a finire male. Gli affitti stanno diventando una voce pesantissima, c’è bisogno di qualcuno che prenda in mano la questione. Se le associazioni di categoria che dovrebbero tutelarci non lo fanno, dovremmo essere noi commercianti, una volta per tutte, a unire gli intenti senza perderci nei soliti individualismi. Basterebbe metterci d’accordo, spegnere Pescara per un mese, un mese intero, e forse qualcuno si accorgerebbe di noi».

Non ci crede Gianluca De Martinis che dopo tante battaglie contro la crisi, ma prima ancora contro la burocrazia, ha deciso di chiudere e andare via da Pescara e dall’Italia. «Me ne vado in Lussemburgo», dice il titolare di Zinko, il negozio di abbigliamento in via Roma, «è da 22 anni che sto nel settore ma così non è più possibile. Vado in Lussemburgo dove un commerciante può aprire in rapidità e i rapporti con le banche e le istituzioni sono facilitati al massimo». Ed è proprio con le istituzioni che se la prende Federico Cilli, titolare della boutique Felù di via Sulmona: «Ci vuole qualcuno che tuteli noi commercianti. Non è possibile che dopo 17 anni di lavoro, di pagamenti sempre puntuali, alla prima difficoltà il proprietario del locale ha solo il buon senso di dirti ti mando lo sfratto. Indipendentemente dall’Istat, bisogna rendersi conto tutti quanti che non si possono più tartassare i commercianti. Ci vuole qualcuno che ci tuteli. Non è possibile che la legge consenta di spazzare via un’attività con 3, 4 dipendenti da un momento all’altro. Perché a questo stiamo andando incontro, considerando che a Pescara il 75 per cento dei negozi non è di proprietà».

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