Aggredì una ragazza in palestra Aveva armi e droga: arrestato 

Finisce in carcere il buttafuori albanese che ha preso a pugni la 21enne mentre si allenava in sala pesi L’accusa: ha nascosto una pistola rubata e 58 proiettili nella cassaforte di un amico, anche lui in cella

PESCARA. Quando sono arrivati i carabinieri si stava allenando con i pesi insieme a un amico che ha una palestra in casa: bilanciere carico di ferro e “carico” anche il tavolo della cucina con sopra una busta di cocaina e fiale di anabolizzanti; chiusa a chiave nella cassaforte una pistola rubata tre anni fa. È finito in carcere l’albanese Edmond Xhafa, noto come Edi, il 48nne che mercoledì scorso ha picchiato una ragazza di 21 anni nella palestra Audacia di Porta Nuova mandandola al Pronto soccorso e procurandole ferite guaribili in 22 giorni: è accusato di detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione, spaccio di droga e di reati antidoping. Arrestato anche l’amico, Fabrizio Zaramelli, incensurato di 53 anni.
A distanza di pochi giorni dall’aggressione che ha stupito l’Italia – all’improvviso pugni, calci, capelli tirati e la ragazza tenuta chiusa nel locale cucina della palestra sotto la minaccia di una sbarra di ferro per allenare i dorsali – è arrivata la risposta dei carabinieri, agli ordini del colonnello Riccardo Barbera. Da quando il video dell’aggressione è diventato virale scatenando una ridda di commenti, i carabinieri hanno tenuto sotto controllo gli spostamenti del buttafuori albanese e poi hanno eseguito due perquisizioni, una a casa sua e l’altra in quella dell’amico che lavora in un bar del centro. Ed è arrivata una scoperta inquietante: dalla cassaforte della casa del barista è spuntata una pistola automatica marca Colt Dallara Castom, calibro 10, con 58 cartucce. Arma e proiettili erano stati rubati nel 2019 da un’abitazione di Francavilla. E di chi è questa pistola? La supposizione degli investigatori è che il 53enne abbia messo a disposizione la sua cassaforte per nascondere l’arma dell’amico albanese e fargli un favore. Cosa avrebbe potuto fare l’albanese con quella pistola è una domanda che, forse, gli sarà rivolta durante l’interrogatorio di garanzia che si svolgerà nei prossimi giorni.
E dai controlli sono usciti anche droga e doping: in tutto sono stati sequestrati 160 grammi di cocaina, «in parte suddivisa in dosi e vario materiale per il confezionamento con un bilancino elettronico di precisione». I due amici appassionati di palestra, probabilmente, fanno uso personale di anabolizzanti: il verbale dei carabinieri parla di «15 fiale di steroidi anabolizzanti tra cui nandrolone decanoate e testosterone»; sotto sequestro sono finite confezioni dei farmaci Susobolic e Zphc. I due arresti, eseguiti dai carabinieri della compagnia di Pescara coordinati dal capitano Giovanni Rolando, rappresentano «la risposta a uno degli ultimi eventi che hanno turbato la tranquillità dell’estate pescarese», così recita una nota dell’Arma.
Finora, all’albanese non sono stati contestati reati per l’aggressione alla giovane ma su questo c’è un’indagine aperta: lunedì mattina, la ragazza è stata ascoltata dalla pm Benedetta Salvatore e, in un faccia a faccia durato un’ora e mezza, ha ripercorso quei minuti di violenza in cui l’albanese si è accanito contro di lei come una furia spostando come fuscelli chi gli si metteva davanti. La ragazza non ha denunciato l’albanese: l’indagine è partita d’ufficio perché la prognosi riportata è superiore ai 20 giorni. A presentare una denuncia, invece, è stata la titolare del centro fitness, Sara D’Alessandro, che attraverso l’avvocato Daisy D’Alessandro ha chiesto un divieto di avvicinamento.