AirOne Technic a un bivio

Nessun accordo con Cai-Alitalia. Dopodomani si chiude

PESCARA. La trattativa per il passaggio del centro di manutenzione AirOne Technic dalla Cai Alitalia alla cordata di imprenditori abruzzesi sembra a un punto morto dopo la riunione di ieri mattina a Fiumicino. L'incontro tra i vertici dell'ex compagnia di bandiera e la delegazione abruzzese non ha portato i frutti sperati.

E ora il futuro dei settanta operai in sciopero da otto giorni pare complicarsi. Capitanata dai presidenti delle Province di Chieti e Pescara, Enrico Di Giuseppantonio e Guerino Testa, la delegazione abruzzese al vertice romano era composta dall'assessore regionale ai Trasporti Giandonato Morra, Carla Mannetti, presidente della Saga, Verino Cardarelli, sindaco di San Giovanni Teatino e Silvio Di Lorenzo, presidente della Camera di Commercio di Chieti. Obiettivo annunciato: ottenere da Alitalia la cessione di AirOne Technic alla nuova cordata di imprenditori locali formata da Paolo Primavera (presente all'incontro di ieri), Mauro Angelucci, Silvio Di Lorenzo e la Saga, la società che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo, con la garanzia di avere tre anni di commesse e non uno. Andrea Andorno, amministratore delegato di AirOne Technic e Carlo Schisano, responsabile contratti Alitalia, Giovanni Di Stefano, direttore del personale di Alitalia e Giuseppe De Paoli, responsabile relazioni industriali Alitalia, hanno però confermato l'intenzione di non concedere niente di più di ciò che già si sapeva. Parliamo della cessione, a titolo gratuito, del centro di manutenzione per aeromobili (il cui valore è valutato in circa un milione di euro) dello scalo pescarese e lavori certi per dodici mesi, per un valore di circa un milione e 700mila euro.

Insomma, la posizione confermata anche dall'amministratore delegato Rocco Sabelli, intervenuto verso la fine della riunione, è chiara: vi cediamo gratis l'azienda e i macchinari, vi garantiamo commesse per un anno, ma più di questo non daremo. Considerando che il bilancio annuale del centro AirOne è quantificabile in 4 milioni e 700mila euro, all'appello mancherebbero circa tre milioni. Le strade da percorrere a questo punto potrebbero essere due: puntare al coinvolgimento di altri imprenditori e, al contempo, reperire nuove commesse. Su questo terreno, la politica può giocare un ruolo fondamentale. L'alternativa è snellire l'azienda riducendo il personale, ma in questo caso sarebbe comunque difficile recuperare i soldi mancanti. Dopodomani è prevista la chiusura delle attività, Alitalia avrà tempo fino al 30 aprile per accettare offerte.

La partita ora si giocherà più sul piano sindacale che su quello della trattativa per la cessione. A confermarlo è Guerino Testa, che ammette: «Torniamo da Roma senza certezze. Resta una piccola finestra per gli imprenditori locali, ma credo sia meglio puntare a ottenere la cassa integrazione che, per il trasporto aereo, prevede 7 anni e non 4». Nel frattempo, gli operai hanno smontato il picchetto all'aeroporto e minacciano di spostarlo da un'altra parte, pronti a qualsiasi azione.

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