Animali uccisi: i due veterinari si difendono ma la Procura cita testi “chiave”

19 Settembre 2025

Il giudice ha formalmente accolto le richieste di rito abbreviato da parte degli avvocati degli imputati. Il pm punta su una loro collega che ha impedito la soppressione di una cucciolata e su una registrazione

PESCARA. Entrerà nel vivo il 4 dicembre prossimo il processo con rito abbreviato che si sta tenendo davanti al giudice (Gup) Francesco Marino, a carico di due veterinari della Asl di Pescara, accusati a vario titolo di soppressione di animali, abuso d'ufficio e falso.

Franco Ruggeri, direttore dell'Unità di Sanità animale della Asl, e Lucio Di Tommaso dirigente del canile sanitario, erano stati denunciati dalla Lega nazionale per la difesa del Cane (ora parte civile nel processo in corso e assistita dall'avvocato Michele Pezone, insieme all'Ente nazionale protezione animali Odv e alla Earth associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti animali): una segnalazione che partiva da un possibile abbattimento di un lupo cecoslovacco che era peraltro in perfette condizioni (poi fortunatamente salvato proprio dalla Lega del Cane), ma del quale si voleva sbarazzare il proprietario che si era rivolto alla clinica riconducibile a Ruggeri, di cui il proprietario del cane era cliente. Da lì partì l'indagine del pm Benedetta Salvatore, condotta dai carabinieri forestali e dal Cites che portò anche al sequestro del canile.

Nell'udienza di ieri, il Gup ha formalmente accolto le richieste di rito abbreviato dei due imputati, acquisendo anche un fascicolo difensivo stilato dagli avvocati Domenico Russi, Vincenzo Di Girolamo e Giuseppe Cichella, con il quale sono stati depositati alcuni documenti utili alla difesa e anche delle dichiarazioni testimoniali raccolte in fase di indagini difensive dagli stessi legali. E, per rispondere a quella produzione, la pubblica accusa ha chiesto a sua volta, a prova contraria, di ascoltare alcuni testimoni le cui dichiarazioni potrebbero supportare l'ipotesi della Procura.

In particolare, quella di una veterinaria che, una volta che era resa conto di quanto stava accadendo nel canile sanitario, si era rifiutata di sopprimere una cucciolata senza che ce ne fosse nessuna necessità.

Questo aspetto è comunque contenuto nel capo di imputazione, quando il pm parla del reato di uccisione di animali, contestando ai due (ricordiamo che il capo di imputazione, nel corso della precedente udienza venne modificato, con l'aggiunta del reato di uccisione di animali anche nei confronti di Ruggeri che aveva soltanto l'abuso d'ufficio peraltro depenalizzato) il concorso morale e materiale in relazione all'uccisione di 10 cani mediante la somministrazione del farmaco "Tanax", elencando in dettaglio gli episodi che sarebbero stati accertati dalle indagini.

La difesa dei due professionisti è certa di poter provare l'insussistenza dei reati a carico degli imputati (soprattutto in relazione al reato di falso contestato al solo Ruggeri e relativo ad una colonia di gatti non registrata dal direttore del canile, ma da sempre presente, come dimostrerebbe la documentazione prodotta ieri).

L'accusa è comunque in possesso anche di una interessante registrazione di una telefonata nel corso della quale sarebbe stata pianificata l'eliminazione di un’intera cucciolata nata nella struttura: registrazione che venne fatta recapitare alla responsabile della Lega del Cane.

Ci sarebbe anche un'altra registrazione di interesse: un colloquio tra Di Tommaso e un altro veterinario della struttura, in cui si pianificava invece l'uccisione del lupo cecoslovacco, poi sventata dalla Lega del Cane. «Chiediamo verità e giustizia», dice l'avvocato di parte civile Pezone, «oggi c'è stato uno snodo importante perché il pm ha chiesto ed ottenuto di ascoltare alcuni testimoni della struttura che dovrebbero riferire aspetti di rilievo per il processo».

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