Assalto ai pronto soccorso La Regione corre ai ripari

12 Luglio 2022

Cosenza (Agenzia sanitaria) e l’assessore Verì spiegano le novità principali Dal ruolo chiave della Centrale del 118, alle stanze di pre-ricovero dei pazienti

PESCARA. È di 405 milioni di euro la spesa che il sistema sanitario regionale potrà sostenere per l'acquisto di prestazioni assistenziali ospedaliere tra il 2022 e il 2024. Ma non è l’unico provvedimento approvato ieri pomeriggio dalla giunta regionale per far fronte all’emergenza sanitaria.
BEN 500MILA ACCESSI. L’esecutivo ha infatti dato il via libera anche alle linee di indirizzo programmatico, indicate dall'Agenzia sanitaria regionale (Asr), per la gestione del sovraffollamento nei pronto soccorso abruzzesi, che contano complessivamente oltre 500mila accessi l'anno.
Parte da qui la risposta della sanità in Abruzzo in un momento storico in cui le strutture di emergenza-urgenza sono al collasso tra casi di Covid in forte aumento, a causa delle sottovarianti Omicron e la nuova variante Indiana in arrivo, e la cronica carenza di personale medico. E con il 5-10% degli organici medici contagiati e quindi temporaneamente lontani dal servizio attivo.
SARÀ PEGGIO. Scoppiano i pronto soccorso con la situazione destinata a peggiorare nei prossimi giorni. E la Regione che corre ai ripari con il lancio di misure per tentare di contenere gli intasamenti nei presidi di primo intervento.
Le linee guida per la gestione del sovraffollamento sono state illustrate ieri mattina, nella sala “Giuseppe Moscati” dell'Agenzia regionale di via Conte di Ruvo a Pescara, dall'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, dal direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza, e dal direttore del Dipartimento Sanità, Claudio D’Amario, che hanno messo a punto il documento «dopo mesi di confronto con le aziende sanitarie e ordini dei medici».
IL RUOLO DEL 118. Così hanno spiegato, annunciando la partenza (rinviata da tre anni) della centrale unica del 118 di Pescara a «dopo l'estate».
Il protocollo discusso e approvato subito dopo in giunta, sarà adottato dalle quattro Asl, con il coinvolgimento del 118, dei medici di base e dei distretti territoriali, con una tempistica graduale che però, in alcuni casi, si profila piuttosto lunga, se è vero che occorre attendere la piena operatività delle case e degli ospedali di comunità le cui costruzioni, fondi disponibili permettendo, sono previste non prima del 2025.
LE NOVITÀ. Entriamo quindi nel dettaglio. Tra gli interventi decisi per contrastare il sovrannumero nei pronto soccorso (vedi la tabella in alto), saranno adottati sistemi «più flessibili» di smistamento dei pazienti con patologie lievi, cioè con codici bianchi e gialli, «attraverso l'adozione del sistema fast track (una corsia preferenziale) che prevede l’invio direttamente in reparto dei casi a bassa complessità», spiega Cosenza, «mentre i malati più gravi, i cronici con patologie oncologiche, nefrologici-ematologici, supporto trasfusionale, urologici, saranno convogliati nelle unità operative di riferimento».
Tutte le operazioni di triage (smistamento) e primo soccorso «saranno condotte principalmente dal personale infermieristico, riservando ai medici i casi più gravi».
STOP ALLE ATTESE. Nelle linee guida sono indicate anche le «definizioni per la gestione del fine vita e la rete dei servizi per pazienti domiciliari e in strutture protette» e del monitoraggio quotidiano dei posti letto, di area medica e chirurgica, al fine di «assicurare le esigenze ordinarie di ricovero urgente» o per averne disponibilità in tempi brevi, oltre alla possibilità di «dimissioni dai reparti anche nei giorni festivi e prefestivi» e infine stanze di pre-ricovero, le cosiddette admission room esterne al pronto soccorso, dove sistemare i pazienti in attesa.
EFFETTO USCA. Pronto soccorso in affanno ancor di più in questo periodo anche per la cessazione, da fine giugno, delle Usca (Unità speciale di continuità assistenziale), che alleggerivano i reparti di emergenza con le visite a domicilio dei pazienti Covid.
«E per l'assenza del 5-10% di sanitari positivi», rende noto il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale.
NON SIAMO I SOLI. L'assessore Verì sottolinea che «il sovraffollamento dei pronto soccorso è un problema nazionale. Non riguarda solo l’Abruzzo ed è un fenomeno che periodicamente assume contorni fortemente critici, soprattutto in estate o a ridosso del periodo influenzale. Già nei mesi scorsi, il Crea (Comitato regionale emergenza urgenza Abruzzo) aveva avviato un confronto con le aziende sanitarie per individuare soluzioni efficaci. L’ultimo incontro c’è stato la scorsa settimana e le conclusioni sono inserite in questo documento, che introduce un modello organizzativo uniforme tra le Asl e punta a ridurre i disagi per pazienti e operatori sanitari». E D’Amario conclude spiegando che questo piano diventa funzionale «al potenziamento dell’intera rete ospedaliera territoriale».