Domenica si era staccato l’intonaco in una delle case. Bimba salva per un soffio

Ater, lavori dopo il crollo

Gli altri inquilini: «Niente manutenzione, nè sopralluoghi»

PESCARA. Da ieri mattina ci sono due operai dell'Ater al lavoro nella casa di Esterina Ippoliti, la donna che domenica mattina in via Rossetti 13si è vista crollare l'intonaco dal soffitto della cucina, poco lontano dalla sua bambina di due anni.  Gli addetti dell'azienda per l'edilizia territoriale sono al lavoro per riparare il danno nel locale che in pochi metri ospita i fornelli, il lavabo e la lavatrice. Il grosso buco che si era aperto nel soffitto è già stato ricoperto di cemento ed entro domani i locali della casa Ater di Borgo Marino dovrebbero tornare agibili.  «Servono controlli costanti» sottolinea la signora, assegnataria provvisoria dell'alloggio, «perché è a rischio la sicurezza di centinaia di famiglie. La casa mi è stata assegnata a dicembre del 2008, pavimento e porte erano nuove, ma mio marito ha dovuto riverniciare gli interni e risistemare le mattonelle». 

Un pianerottolo strettissimo separa l'appartamento di Esterina Ippoliti da quello delle sorelle Emilia e Carmela Russo. Ma i problemi di manutenzione sono gli stessi.  Nell'appartamento delle sorelle Russo le crepe lungo le pareti e il solaio appena stuccato tradiscono il trascorrere del tempo.  «Quando siamo arrivati in questa casa, nel 1966», racconta la donna, «eravamo in otto: i miei genitori e i miei sei fratelli. Adesso siamo solo io e mia sorella, entrambe disoccupate. Durante tutti questi anni ho assistito a piccoli crolli e cedimenti in più punti dell'appartamento. Prima è venuta giù la cucina, poi il bagno e infine la camera da letto. L'ultimo pezzo di intonaco è caduto dal soffitto nel mese di marzo».  In quell'occasione le due sorelle non erano in casa e la tragedia è stata evitata di un soffio. Gli inquilini del quartiere popolare sono allarmati. 

Non è la prima volta che cadono giù i calcinacci e il problema della manutenzione si ripropone a più riprese.  «Una notte il vento ha forzato la serratura», denuncia Emilia Russo «mi sono svegliata al mattino con la porta d'ingresso completamente spalancata. Lo stesso succede a volte con le tapparelle. In 44 anni, cioè da quando viviamo in questa palazzina, non c'è stato mai alcun sopralluogo, né da parte dell'azienda che si occupa di edilizia residenziale né da parte delle istituzioni. Non vorrei che ci debba scappare il morto prima di intervenire».

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