Pescara

Bimba ferita sulla giostra al parco: il sindaco Masci e altri 9 a rischio processo

21 Ottobre 2025

Pescara, indagini chiuse: sicurezza sott’accusa. Nell’incidente, nell’area pubblica di via Filomusi Guelfi, la piccola perse la falange di una mano. Con Masci, tra gli altri, anche due dirigenti comunali. I reati: omissioni, lesioni e inadempimento

PESCARA. Il 17 maggio dello scorso anno il grave incidente nel parco pubblico “Angelo Vassallo” in via Filomusi Guelfi, quando una bambina di pochi anni si ferì gravemente su una giostra e le dovettero amputare una falange della mano. Adesso quell’inchiesta è giunta alla fine e il pm di Campobasso Ilaria Toncini ha spedito gli avvisi di conclusione indagine che riguardano 10 degli iniziali 13 indagati, fra cui il sindaco Carlo Masci, e due dirigenti del Comune, Emilia Fino e Giuliano Rossi (responsabili del settore mobilità, edilizia scolastica e verde e del settore ambiente e transizione ecologica). La competenza è del capoluogo molisano in quanto la parte offesa è figlia di un magistrato che presta servizio a Pescara, per cui a procedere, anche se l’incidente avvenne a Pescara, è la procura di Campobasso competente per le questioni che riguardano a vario titolo i magistrati pescaresi.

I reati sono omissioni di atti d’ufficio, lesioni personali e inadempimento di contratti per pubbliche forniture. L’omissione di atti viene contestata al sindaco Masci, ai suoi dirigenti, al rup Mario Caudullo, al progettista e direttore dei lavori, Daniele Di Nicola, e a Massimo Papa, responsabile della manutenzione e monitoraggio dei parchi di Pescara.

Secondo l’accusa, «indebitamente omettevano e rifiutavano atti del loro ufficio, in relazione al monitoraggio, manutenzione e messa in sicurezza della giostra (modello Silver) malfunzionante, già segnalata non conforme a seguito di due ispezioni», e quindi, «pur potendo prevedere il concreto rischio di sinistri e lesioni ai danni degli utenti, determinavano l’infortunio della minore con conseguente amputazione della falange della bambina, in quanto, a causa della non planarità del pavimento, il bordo del piano calpestio della giostra funzionava da lama rotante, cagionando alla piccola le lesioni». Reato di lesioni personali contestato agli stessi sette indagati di omissioni di atti d’ufficio.

Su tre indagati, invece, pesa il reato di inadempimento contrattuale. Sono Raffaele Cicala, amministratore unico della società Cr Verde, aggiudicataria dei lavori e degli interventi di potenziamento e riqualificazione delle aree verdi di Pescara; Roberto Cilli, titolare dell’omonima ditta individuale incaricata dell’installazione della giostra; Maurizio Di Giorgio, caposquadra manutenzione parchi della città di Pescara ed esecutore delle ispezioni mensili: «si rendevano inadempienti ai rispettivi obblighi contrattuali nei confronti del committente Comune di Pescara, omettendo di svolgere correttamente le prestazioni dovute per assicurare il corretto funzionamento della predetta giostra, così facendo mancare al parco giochi pubblico un’opera dotata dei necessari requisiti di sicurezza». Tutte le attività contestate a vario titolo agli indagati, secondo la procura di Campobasso, dovevano essere eseguite immediatamente, e prima che la giostra entrasse in funzione. In sostanza, i presunti responsabili non avrebbero adottato i necessari provvedimenti e cautele infortunistiche, causando l’incidente alla piccola parte offesa.

Nel marzo scorso a tutti gli indagati venne notificata l’informazione di garanzia in quanto la procura molisana aveva necessità di procedere a una consulenza tecnica sulla struttura. E fu in quella occasione che intervenne il sindaco Carlo Masci con una nota con la quale esprimeva vicinanza alla bambina e alla sua famiglia, affermando che «anche noi vogliamo che si faccia chiarezza su quanto accaduto e garantiamo massima collaborazione affinché ciò avvenga». Adesso ognuno dei dieci indagati (entro 20 giorni) potrà chiedere alla procura di Campobasso qualche ulteriore atto istruttorio, presentare memorie difensive o richiedere l’interrogatorio, prima che il magistrato trasformi l’avviso di conclusione indagini in una richiesta di processo.

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