Blitz per occupare il Ponte

Gruppo di cittadini ignora i divieti per una passeggiata.

PESCARA. A sud hanno divelto le transenne, a nord hanno scavalcato. Sotto un sole primaverile, ieri mattina, a decine hanno ignorato i segnali di divieto per salire sul Ponte del mare. Una violazione che potrebbe far scattare denunce e che apre nuovi fronti di polemica: «Non credo ad azioni spontanee» dice il sindaco.

In una domenica mattina tranquilla, attorno l’opera-simbolo della passata giunta di centrosinistra - che Luigi Albore Mascia definisce «apprezzabile, ma non necessaria» - si accende la battaglia. A mezzogiorno, il comando della polizia municipale è già intervenuto tre volte per fermare l’invasione pacifica, ma illegale. Lungo la campata, la gente sale a bordo di biciclette, spingendo i bambini sulle carrozzine, altri semplicemente passeggiano sul ponte incompiuto, che manca ancora del collaudo statico e che, in alcuni punti, è privo del parapetto. Qualcuno parla di centocinquanta persone che si avventurano incuranti dei segnali di pericolo e di divieto.

All’arrivo dei vigili, inviati dall’amministrazione dopo le prime segnalazioni, una decina di persone viene identificata: per tutti, ora, potrebbe scattare la denuncia per violazione di proprietà privata e danneggiamento. Gli agenti della polizia municipale accertano infatti che all’ingresso sud la transenna ancorata al muro di recizione dell’ex mercato ortofrutticolo è stata scardinata, utilizzando un attrezzo per rompere la chiusura. A nord, all’altezza della Madonnina, la recinzione è stata superata semplicemente scavalcando, probabilmente passando sotto il ponte, dove qualcuno ha costruito un povero bivacco con un materasso circondato da fioriere.

Viene convocato d’urgenza il responsabile della sicurezza, Fausto La Sorda (tecnico esterno nominato dal Comune), che viene invitato a presentare tutta la documentazione relativa alla sicurezza e diffidato a rafforzare le misure di protezione: «Ma queste sono normali transenne di cantiere» spiega l’ingegnere, «l’ispettorato del lavoro e la Asl hanno controllato più volte senza mai osservare nulla, siamo in regola. Ma a sud le hanno divelte».

«Non credo alla spontaneità: tutta questa migrazione da sud a nord mi dà da pensare» commenta il sindaco Albore Mascia. «Qualcuno ha stimolato le persone, anche mediaticamente, con le polemiche ridicole di questi giorni sul fatto che ritardiamo l’apertura: ma tutti sanno che quello è un cantiere, che non ci è ancora stato riconsegnato dall’impresa e che deve ancora essere fatto il collaudo. Se qualcuno ha detto “potete andarci”, se ne assume la responsabilità. Noi vogliamo inaugurare, stiamo lavorando alla data già annunciata del 7 o 8 dicembre, fatti salvi i ritardi di riconsegna che potrebbero ritardarla». Da Albore Mascia, nessun nome. Nessuna indicazione su chi potrebbe avere «stimolato» la movimentata presa domenicale del ponte, ma è a sud, si sa, che l’ex sindaco Luciano D’Alfonso viene visto spesso tra un bar e il cantiere, mentre segue i lavori di completamento dell’opera.

Dal Pd, però, arrivano smentite sull’esistenza di macchinazioni: «Non credo a complotti, anche perché entrare in un cantiere è pericoloso» sostiene il capogruppo del Pd Marco Alessandrini, «credo invece che i cittadini vogliano usufruire di quest’opera liberamente, i ritardi non sono più accettabili». «Una specie di “esproprio proletario”» aggiunge il consigliere Pd Antonio Blasioli. «Il ponte va aperto nel più breve tempo possibile, è inutile polemizzare» dice il capogruppo del Pdl Lorenzo Sospiri, «ma il centrosinistra non può sorvolare sul fatto che quell’opera, che noi abbiamo ereditato, costerà un milione più del previsto».