Bussi, il fiume inquinato Il sindaco: l’acqua è buona

5 Agosto 2022

Lagatta interviene dopo le analisi allarmanti dell’Arta sullo stato del Tirino «Riforniamo la vallata con 800 litri al secondo, le zone avvelenate sono altrove»

BUSSI SUL TIRINO. «L'acqua di Bussi sul Tirino è buona, pulita, riforniamo con 800 litri al secondo la vallata del Pescara e le sorgenti. Il flusso che arriva ai cittadini non è quello del sito inquinato che si trova a valle del paese, ad almeno tre chilometri di distanza, ma quelle delle falde a monte quindi sicure». Non ci sta il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta, ad accettare «il massacro mediatico di un paese lanciatissimo a livello turistico con migliaia di persone che arrivano da tutta Italia per navigare il fiume» tornato alla ribalta nazionale per «l'altissima concentrazione di mercurio, piombo, diossine e bifenili policlorurati» denunciati dall'Arta nel fiume Tirino in cui si riversano i veleni delle discariche 2A e 2B.
E proprio Lagatta annuncia la data degli interventi di bonifica «che cominceranno il prossimo primo ottobre» per concludersi, esclusi ritardi, 720 giorni dopo, il 21 settembre 2024. «Non può passare a livello mediatico la notizia che il fiume Tirino è inquinato, è necessario ripristinare la verità», attacca Lagatta, «lo è solo la parte che confina con i terreni coincidenti con le discariche 2A e 2B, in zona Bussi officine. Le acque sono pulite, invece, nell'alveo che risale il paese, a tre chilometri di distanza, ed è la stessa Arta a registrarlo con i suoi rilevamenti. Io non sono solo il sindaco di Bussi officine, ma lo sono anche di Bussi sul Tirino, dove le nostre acque sono tra le più pulite d'Italia, tanto è vero che riforniamo la sorgente e la vallata del Pescara con 800 litri al secondo, con previsione di aumentare la portata, se sarà possibile. I cittadini sanno la verità, bevono le acque delle falde che sono a monte» delle zone avvelenate.
Promette, il sindaco Lagatta, di vigilare sugli interventi di drenaggio e messa in sicurezza dei terreni inquinati: «Dal 2010 sono disponibili 50 milioni di euro mai utilizzati per il risanamento dell'area inquinata. Sono pronto a denunciare per la seconda volta il ministero della Transizione ecologica, dopo la sentenza a nostro favore da parte del Consiglio di Stato, se non rispetterà il cronoprogramma di avvio dei lavori previsti per il primo ottobre».
La ditta vincitrice dell'appalto è la Dec Deme incaricata dal ministero già dal 2021 a bonificare l'area. Si prevede la rimozione con le ruspe del materiale inquinato, che con ogni probabilità raggiunge gli 8 metri di profondità nel terreno, e il trasferimento dei detriti avvelenati in uno dei 30 siti autorizzati in tutta Italia.
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