Bussi, un disegno di legge complica il processo
Il testo sui reati ambientali approvato dalla Camera è in discussione al Senato L’avvocato del Wwf: sposta l’equilibrio a favore della difesa, sos ai parlamentari
PESCARA. È un disegno di legge, stavolta, a ostacolare il processo sulla mega discarica di Bussi, l’inchiesta martoriata dagli anni di udienze preliminari e dai colpi a sorpresa che hanno prodotto l’effetto di un processo lumaca. E’ anche il tempo il nemico del procedimento, quello che stancamente è arrivato in Corte d’Assise a Chieti dove di nuovo si è fermato per un’istanza in Cassazione presentata dagli avvocati della Montedison per chiedere di spostare il processo da Chieti. A gettare un’altra ombra sull’inchiesta che ruota attorno alla discarica sequestrata sette anni fa dalla Forestale – era il marzo 2007 – è il disegno di legge 1345 licenziato dalla Camera e all’esame della commissione Ambiente e Giustizia del Senato.
Quel disegno è stato esaminato dall’avvocato Tommaso Navarra, difensore del Wwf parte civile nel processo, che ne riassume, accanto al dato giuridico, le ricadute che potrebbe avere sul processo ambientale più importante d’Abruzzo. «Il disegno di legge», illustra Navarra, «sposta l’equilibrio a favore di chi difende, aumenta la soglia di punibilità e grava l’accusa di un onere di prova molto più difficile», sintetizza il legale che, insieme al presidente del Wwf Abruzzo Luciano Di Tizio, chiama a raccolta deputati e senatori abruzzesi affinché «si facciano carico di un’attenta analisi del disegno di legge».
Che novità apporterebbe il disegno di legge? Il testo introduce reati importanti in maniera ambientale e, in particolare, una nuova forma di reato: il 452 ter con il titolo di «disastro ambientale» punito da cinque a quindici anni.
«Mano pesante», commenta l’avvocato, che poi passa a illustrare quello che, con un effetto boomerang, si trasformerebbe in una nuova insidia entro cui la difesa potrebbe fare breccia.
Il problema, come ricostruisce Navarra, è che quel disastro viene qualificato come “alterazione irreversibile dell’equilibrio dell’ecosistema”, come un evento in grado di modificare l’ecosistema, e la nuova forma sposta in avanti la soglia di punibilità configurando il disastro come “reato di evento” e non più di “pericolo concreto”.
Applicato a Bussi accadrebbe che, se fino a questo momento, l’accusa è chiamata a provare il “pericolo concreto”, ovvero la concreta esposizione al pericolo dell’inquinamento dell’acqua destinata alla popolazione, con il disegno di legge dovrebbe provare il “reato di evento”, ovvero non solo l’inquinamento della falda ma anche, come sottolinea il legale, «l’evento dell’inquinamento dell’acqua potabile: una probatio diabolica, molto più difficile e in cui», conclude Navarra, «l’accusa verrebbe onerata di una prova maggiore. Bisognerebbe provare che qualcuno si è ammalato a causa dell’acqua bevuta».
Un’impostazione critica, secondo l’avvocato dell’associazione ambientalista, che potrebbe influenzare l’andamento del processo oltre a eventuali nuove indagini su temi ambientali e per cui anche il presidente del Wwf Abruzzo Di Tizio chiede attenzione, affinché i parlamentari analizzino quel testo e difendano le ragioni di un processo la cui decisione sarebbe dovuta arrivare a luglio e in cui invece, a causa del ricorso in Cassazione, non si sa quando si tornerà in aula.
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