PESCARA

"C'è una bomba sull'aereo". Ma è un'esercitazione

Il piano scatta alle 15.05: aeroporto bloccato, 70 opertori coinvolti

PESCARA. Alle ore 15.05 di ieri, giovedì 23 novembre, la controll room dell’aeroporto di Pescara riceve una chiamata di un possibile ordigno presente a bordo di un aereo in volo, appena partito da Pescara e diretto a Charleoi. La comunicazione ricevuta da una guardia giurata aeroportuale viene diramata immediatamente alla polizia di frontiera che, constata la situazione, attiva i protocolli previsti nel Piano Leonardo da Vinci.

Si avviano immediatamente le vie di comunicazioni di emergenza con L’Enac e l’Enav (la Torre) per prevedere innanzitutto l’atterraggio in sicurezza dell’aereo in zona del sedime ben specificata. Per prendere decisioni nell’immediato viene convocato il Coe, organismo di gestione delle emergenze, che in via sperimentale viene convocato su piattaforma digitale così da ridurre i tempi utili per prendere collegialmente e nell’immediato le prime decisioni (come l’attivazione delle procedure di atterraggio in sicurezza del velivolo, l’intervento dei vigili del fuoco presenti in aeroporto, l’evacuazione del sedime aeroportuale).

Il pilota viene, così, autorizzato ad atterrare e viene invitato a sostare in una zona già individuata, al sicuro dal tratto stradale e dalla struttura aeroportuale. Sul posto ad attenderlo le pattuglie dell’Ufficio di polizia di frontiera di Pescara al comando del dirigente Dino Petitti. Nel frattempo, viene disposta l'evacuazione dell'aeroporto; mentre la Saga con l'ausilio delle guardie giurate si prodiga a mettere in sicurezza la struttura aeroportuale. Viene emesso un notam e l'aeroporto è ufficialmente chiuso al traffico aereo, ora gli operatori possono intervenire. La dogana con la guardia di finanza concorrono a presidio dei punti sensibili.

I vigili del fuoco preallertati già sono pronti all'intervento. Nel frattempo la sala operativa aeroportuale avverte tutte le autorità provinciali come prefettura e questura nonché le compagini territoriali come il comando provinciale dei carabinieri e della finanza. Per la tipologia di allarme, sul posto è richiesto l'intervento degli artificieri e dei cinofili, che in pochissimi minuti giungono al varco carraio.

Alle 15.35 l’aereo, una volta atterrato, viene posizionato nella zona indicata in attesa di istruzioni. Il collegamento con il comandante viene mantenuto tramite la torre di controllo. Le operazioni che seguono sono dettate dalle esigenze e i tempi delle forze speciali intervenute in pochi minuti dall’attivazione del piano (cinofili e artificieri), queste ultime giunte sul posto e preso contatti con gli uomini della polizia di frontiera sul posto, comunicano la possibilità di far evacuare i passeggeri e i piloti. Le operazioni si svolgono celermente grazie ai mezzi messi a disposizione dalla Saga, così tutti i passeggeri vengono fatti evacuare in sicurezza e trasportati in luogo idoneo dove possono essere assistiti dal personale medico e sentiti dagli operatori della polizia e finanza presenti.

Evacuato l’aeromobile, le squadre intervenute sul luogo hanno potuto individuare il bagaglio con l’esplosivo, grazie alla presenza dell’unità cinofila e in seguito attivare tutte le procedure di intervento e a disinnescare l'ordigno. Alle ore 16.35 la polizia di frontiera, avuto il nulla osta degli artificieri intervenuti, procede a liberare l'area e dare la comunicazione che l'aeroporto può essere riaperto e che l'esercitazione è terminata.

L’esercitazione è servita a testare le vie di comunicazione e i tempi di intervento, i quali hanno ben risposto alle esigenze espresse in un momento di contingenza. L’esercitazione ha coinvolto in totale più di 70 operatori ed è stata possibile grazie alla partecipazione di tutto il personale presente in aeroporto, delle compagini territoriali e del prezioso aiuto da parte della protezione civile di San Giovanni Teatino che con il proprio personale ha svolto il ruolo dei passeggeri e piloti.