Campostosto, Chiauci e Penne sotto controllo 

La Regione avvia il monitoraggio di tutti gli invasi abruzzesi

PESCARA. Saranno messi sotto osservazione, per verificarne le condizioni strutturali e sismiche, le dighe e gli invasi presenti sul territorio della regione. È l’annuncio che arriva al termine del primo incontro di lavoro, venerdì scorso nella sede di Pescara della Regione Abruzzo, tra il presidente della giunta Luciano D'Alfonso, i rappresentanti delle quattro prefetture abruzzesi, i dirigenti regionali, Arap e gli enti proprietari delle infrastrutture idriche.
Secondo un primo censimento, in Abruzzo, sono attive 14 dighe di carattere nazionale (Alanno, Penne, Piaganini, Poggio Cancelli, Provvidenza, Rio Fucino, San Domenico al Sagittario, Sella Pedicate, Barrea, Bomba, Montagna Spaccata 1, Montagna Spaccata 2 e Montagna Spaccata 3), 43 dighe di carattere regionale, di cui una in provincia di Teramo, 20 in provincia dell'Aquila, 12 in provincia di Pescara e 10 in provincia di Chieti, e 2.364 invasi ex provinciali (476 in provincia id Pescara, 1.111 in provincia di Teramo, 516 in provincia dell'Aquila e 261 in provincia di Chieti).
Nel corso della riunione sono state affrontate anche le criticità che sono presenti nelle dighe di Penne e Chiauci per le quali sono stati programmati interventi di ripristino e messa in sicurezza.
«L'incontro ha avuto l'obiettivo di accendere una luce sull'accertamento delle condizioni di staticità, sicurezza idraulica e sismica degli invasi presenti nella nostra regione», ha osservato il presidente Luciano D'Alfonso. «E' fondamentale avviare, infatti, un monitoraggio costante sull'intero patrimonio idrico, redigere una sorta di fascicolo per ogni infrastruttura, al fine di individuare eventuali attività di intervento. È necessario lavorare anche a una programmazione pubblica-privata, come nel caso di Campotosto, dove il gestore della diga, Enel, dovrà farsi carico di responsabilità economiche per migliorare la sicurezza delle infrastrutture idriche».
Il presidente D'Alfonso ha anche annunciato che nel mese di ottobre convocherà un incontro operativo con i proprietari e gestori di dighe, alla presenza di Erasmo De Angelis, coordinatore della struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche nell'ambito del programma “Italia Sicura”.
All’indomani delle forti scosse del 2016-2017 aveva destato preoccupazione soprattutto l’invaso di Campotosto, che per precauzione era stato svuotato per un terzo circa della sua capienza, creando forti preoccupazioni alle attività agricole. Preoccupazioni accresciute dopo le dichiarazioni del presidente della Grandi Rischi Sergio Bertolucci, di un “effetto Vajont” possibile a fronte di un forte terremoto superiore al 7° grado della scala Richter.
Dopo le verifiche di Enel e Protezione civile e dietro le insistenze della Regione, l’invaso è quindi riempito gradualmente nell’arco di un mese e mezzo, a una quota idrica di 1.310 metri sul livello del mare (60 milioni di metri cubi di acqua in più rispetto al periodo in cui era stato svuotato), quantità necessaria per garantire la stagione agricola a valle.
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