Case, i prezzi non scendono

Gli agenti: comprano solo le fasce basse e gli investitori

PESCARA. Il mercato immobiliare residenziale a Pescara non è fermo, ma solo per chi ha soldi da spendere o si accontenta di case poco pregiate. L'onda lunga della crisi dei mutui è arrivata e ha fatto chiudere i rubinetti alle banche, tagliando fuori dalle compravendite chi non ha già un bell'anticipo da mettere sul piatto. Così, visto che i prezzi sono rimasti sostanzialmente stabili, sul mercato pescarese restano soltanto i due estremi: chi compra immobili a poco prezzo oppure chi ha tanti soldi e cerca investimenti di qualità. La giovane coppia appena sposata, acquirente tipo fino a qualche anno fa, sembra essere sparita. E così anche la fascia media. Di conseguenza tengono il centro e Porta Nuova, mentre zone come i Colli sono diventate meno appetibili.

«Il potere d'acquisto è diminuito, ma a questo calo non è seguita una discesa dei prezzi che sono rimasti in sostanza stabili», spiega Andrea Sciarrotta di Gabetti. Così i tempi di vendita si sono allungati e certe fasce di immobili restano al palo. «Il mercato qui non si è fermato, ma che negli ultimi anni c'è stata una mutazione del cliente tipo. Ci sono meno giovani coppie e più risparmiatori e speculatori che fanno pesare la loro disponibilità. In questo momento chi ha liquidità compra in centro, chi invece viene da fuori e deve investire per i figli compra a Porta Nuova. Tutto ciò che è collinare, periferico, è in difficoltà», spiega Enrico Balzano che gestisce un'agenzia in viale Muzii. La pensano così anche altri operatori che lavorano in città. E le loro voci sostanzialmente sono confermate anche dai dati dell'ufficio studi Tree real estate, che riunisce Gabetti, Grimaldi e Professionecasa.

La sezione dedicata a Pescara del report su "Tendenze del mercato immobiliare residenziale italiano e abruzzese" inizia proprio così: «Sostenuta la domanda per investimento. Di solito ha un budget che varia da 130 a 150 mila euro ed è alimentata da persone che vengono dall'entroterra, e pugliesi».

A Pescara, insomma, compra chi viene da fuori. Oppure, come spiegano in coro gli agenti, chi ha liquidità. «Il mercato è stabile in centro, sulla riviera, nelle strade qualificate, mentre scende in periferia. Ci sono pochissimi clienti d'élite che hanno soldi da buttare e poi ci sono i poveracci che per comprare possono usare solo i soldi che oggi spendono in affitto, così si indebitano a vita per avere casa. O si vendono i gioielli o si vende la mondezza», dice Alessandro Marini della Marini agency di piazza Salotto.

Se insomma la classe operaia, con buona pace di Elio Petri, non va in paradiso, quella media sembra essere sparita del tutto. «Si vendono solo la fascia bassa, fino a 180 mila euro, e la fascia alta, oltre 450 mila euro», dice Matilde Buccione di Meridiana immobiliare. «Il cittadino normale non può comprare. Se non hai mamma, papà, nonna che ti danno l'anticipo o una casa in campagna come garanzia il mutuo non te lo danno. Prima se compravi un appartamento da 250 mila euro poi potevi affittarlo e pagarci la rata del mutuo. Ma ora non è più possibile perché gli affitti si sono abbassati moltissimo».

«Gli appartamenti da 300-400 mila euro non si vendono più. O si vende sopra quelle cifre o si vende sotto», dice Barbara Jasci di Jasci immobiliare. «In centro ci sono molte richieste sui 150/200 mila euro, ma su queste cifre non c'è nulla, anche perché sono quasi tutte case grandi, tra 100 e 150 metri quadri».

Che ci sia una classe di potenziali acquirenti in difficoltà lo confermano anche i dati di Tree real estate, che però fissano l'asticella del prezzo impossibile un po' più su rispetto agli agenti: la fascia più in difficoltà sarebbe quella per immobili da 350 a 600 mila euro.

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