CENTO LETTERE PER PAPA FRANCESCO

Non passa settimana senza che Papa Francesco spiazzi il mondo intero con i suoi gesti o le sue dichiarazioni. C’è che chi lo ha ribattezzato ’il Papa buono’, in ricordo di Giovanni XXIII, riassumendo in una felice definizione il senso di vicinanza alla gente comune che Bergoglio emana ad ogni sua apparizione. I suoi occhi sembrano meravigliarsi della meraviglia di chi gli sta di fronte e dire: ma come può un Papa non essere buono? E in fin dei conti il suo aprire la Chiesa proprio a tutti, compresi divorziati, separati e gay, ha un unico filo conduttore, ben riassunto da Vittorio Messori sul ’Corriere’ di ieri: «Il mondo va salvato così com’è. ci piaccia o no, l’utopia cristiana deve sempre confrontarsi con la realtà concreta...gli uomini sono quelli che sono, non quelli che vorremmo che fossero. Ed è a quest’uomo, non a un ideale inesistente che va proposta la salvezza proposta dal Cristo».

Ma la cosa che più colpisce di Francesco, al di là della sua capacità di travolgere tutti gli steccati, è la sua capacità di ascoltare le persone più umili, indifese. Tutto il contrario delle varie Caste che governano il mondo, sempre più chiuse nei palazzi del potere e sempre più distanti dai dolori della vita quotidiana. Bergoglio impersona il parroco che tutti avrebbero voluto avere, quello capace di raccogliere la confidenza di una pena e a dire la parola giusta per alleviarla. Senza ergersi a giudice implacabile delle debolezze altrui, ma spronando a non perdere la fiducia. «Il confessionale non è il luogo della tortura, ma il luogo nel quale il signore ci stimola a fare meglio», ha detto nella già celebre intervista alla ’Civiltà Cattolica’.

Ecco perché ci è venuta l’idea di scrivere a un personaggio così fuori dal Comune cento lettere che raccontino l’Abruzzo di oggi, con le sue pene, le sue speranze, le sue invocazioni. Dalle difficoltà della ricostruzione dell’Aquila all’impossibilità di trovare un lavoro, dall’ansia per la malattia di un familiare alla gioia per la nascita di un bambino... E naturalmente vorremmo che foste voi a scrivere queste lettere, lasciando a questo giornale solo il compito di fare da postino, recapitando questi cento messaggi nel famoso Collegio di Santa Marta, che Francesco ha eletto a sua dimora, preferendolo alle più sfarzose sale degli appartamenti papali.

Non dovete preoccuparvi della forma: in queste cose il cuore conta molto più della grammatica. E noi non possiamo certo garantire che il Papa, con tutti gli impegni che ha, potrà leggere e rispondere personalmente al carteggio che gli faremo pervenire. Ma noi avremo comunque composto un ritratto corale della nostra società di oggi. E ’il Centro’ sarà orgoglioso di pubblicare tutto questo. Il mio indirizzo mail è a vostra disposizione: direttore@ilcentro.it. Forza.

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