Cinquanta Comuni sotto un unico grande municipio

La proposta è del movimento “Ripensiamo il territorio” Il progetto ha già l’appoggio di Ance e Confindustria

POPOLI. Una municipalità unica, che inglobi i cinquanta Comuni del Centro Abruzzo, che si estendono su un’area di 120 chilometri, raggruppando 90mila abitanti. È il sogno su cui si fonda il neonato movimento «Ripensiamo il territorio», battezzato ieri in città nella sede dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili).

Torna, quindi, con forza la proposta di un Comune unico in una fase come quella attuale di tagli e accorpamenti di servizi e uffici. Leader dell’associazione è Giovanni Natale, coordinatore del sodalizio e del Comitato popolese trasparenza e legalità. Il tutto si fonda sulla constatazione che dei 50 centri della zona ben 38 sono al di sotto dei 2mila e 500 abitanti, ad eccezione dei più grandi (Sulmona, Pratola e Popoli).

L’idea è di unire sotto un «unico campanile» le identità dei vari paesi del Centro Abruzzo, per creare una realtà unica più competitiva e virtuosa nella gestione dei servizi ai cittadini.

«Non si possono più conservare le identità fini a se stesse», spiega Natale, »ma vanno esaltate nella grande municipalità, che avrà bisogno di tutti i piccoli comuni. Solo se siamo uniti potremo essere indipendenti», continua Natale, «il nostro motto è l’unione fa la forza e vorremmo inaugurare un nuovo metodo di impegno civico, che metta da parte l’atteggiamento delle braccia conserte».

I promotori della municipalità unica sanno bene che i tempi per arrivare a compimento del progetto saranno molto lunghi, ma suggeriscono di partire da alcune cose da subito. «Un esempio del maggiore raccordo che dovrebbe esserci sul territorio è la necessità di organizzare gli appuntamenti dei cartelloni di eventi», riprende Natale, «o le attività legate agli sportelli unici attività produttive o i servizi. Per il resto sappiamo che si tratta di un percorso a tappe con piccole e graduali fusioni».

E l’iniziativa ha già avuto l’appoggio di Confindustria e dell’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili. «Da qualche lustro sosteniamo che qui non c’è più solo concorrenza fra aziende, ma anche fra realtà comunali», interviene il presidente provinciale degli industriali, Fabio Spinosa Pingue, «per questo ho già presentato l’iniziativa al ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca, che finalmente inaugura una nuova fase per un territorio che smette di lamentarsi e inizia a fare autentica innovazione». Sulla stessa lunghezza d'onda Sergio Palombizio, vice presidente dell'Ance. «Noi abbiamo spostato la proposta perché siamo convinti che sia superato al giorno d'oggi parlare in termini di Piani regolatori separati fra i vari Comuni di un territorio», interviene il costruttore, «siamo in una fase di recessione e non si possono avere doppioni di piscine o palasport a pochi chilometri». Prossima tappa verso la municipalità unica sarà un convegno a settembre. La prima pietra del Comune unico è lanciata, ora bisognerà vedere chi la raccoglierà.

Federica Pantano

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