Coniugi morti nel fiume Orta mezzo milione per i due orfani

È l’offerta dell’assicurazione del Parco Maiella per il risarcimento ai figli della coppia di Scerni All’udienza di ieri, a Pescara, anche l’ex sindaco Angelucci, imputato con l’ex direttore dell’ente
CARAMANICO. Arriva il primo passo ufficiale per definire il risarcimento danni per i due bambini rimasti orfani dopo la morte dei loro genitori, Paride Pirocchi e Silvia D'Ercole (originari di Scerni), scivolati e annegati nel fiume Orta il primo maggio del 2017. Per quella tragica sciagura in due sono finiti davanti al gup e ora rischiano il processo: sono l'ex sindaco del Comune di Caramanico, Simone Angelucci, e l’ex direttore del Parco della Maiella, Oremo Di Nino, accusati di concorso in omicidio colposo per non aver adottato tutte le misure di sicurezza in quel tratto denominato Marmitte dei Giganti, note anche come le rapide di Santa Lucia e poste all'interno del Parco.
La compagnia di assicurazioni Le Generali, del Parco della Maiella, ieri in udienza, davanti al gup Nicola Colantonio, ha offerto un primo contributo di 500mila euro. «Una cifra che non mi sembra poco», ha spiegato il legale dell’assicurazione, Stefano Maranella. «Ritenevamo fosse giusto questo risarcimento soprattutto per i due bambini rimasti orfani». L'udienza è stata poi rinviata al 24 giugno prossimo per consentire di definire completamente la trattativa visto che adesso c’è la possibilità che intervenga, con una sua offerta, anche la compagnia di assicurazioni del Comune di Caramanico. Bisognerà vedere, però, se queste proposte risarcitorie troveranno d’accordo la parte civile che aveva ipotizzato cifre molto più alte: si parla di qualche milione di euro. La trattativa prevede naturalmente la rinuncia alla costituzione di parte civile e, dunque, per i due imputati significherebbe chiudere velocemente il procedimento con un rito alternativo.
La famiglia Pirocchi quel maledetto giorno era in gita quando, forse per fare delle fotografie, padre e madre si sarebbero addentrati in un punto scivoloso nei pressi del fiume, finendo in acqua e annegando sotto gli occhi dei due figli che all’epoca avevano 8 e 5 anni. La procura individuò nei due imputati di oggi i presunti responsabili, soprattutto dopo la consulenza tecnica che mise in evidenza la mancanza di una cartellonistica adeguata in un luogo pieno di rischi e pericoli per i visitatori. Di Nino e Angelucci (difesi da Augusto La Morgia e Guglielmo Marconi) avrebbero dovuto far segnalare ogni possibile pericolo in quella zona, peraltro molto frequentata dai turisti.
«Sono animato da due sentimenti profondi», ha detto l'ex sindaco Angelucci. «Il primo è quello del grande rispetto per le aspettative della famiglia sia in relazione alla memoria delle vittime sia per la prospettiva dei bambini rimasti orfani. L’altro è il profondo senso della Stato che esercitavo da sindaco e che mi porto dietro anche da comune cittadino, che mi fa sperare nelle valutazioni che i giudici vorranno fare rispetto alle responsabilità dei sindaci. Sono pronto ad accettare le decisioni di quest’altra parte dello Stato che è l'autorità giudiziaria». La decisione il prossimo 24 giugno.
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