Da 9 anni Gioia Mariano non si trova, l’appello di due cugini: «Chi sa parli alla giustizia»

Margherita e Giovanni parlano dell’ex dipendente del Comune: «Ancora troppe incongruenze, anche un dettaglio aiuta»
PESCARA. A quasi nove anni dalla scomparsa di Giovina Mariano, per tutti Gioia, dalla casa di Moscufo, la Procura di Pescara non ha ancora archiviato il caso. Anzi, in base a quanto riferito dall’avvocato Matilde Sacchi, che difende due dei 9 cugini della donna, Margherita e Giovanni Mariano, per adesso resta aperto il fascicolo per omicidio, ancora contro ignoti, aperto nel 2021. E in occasione della giornata dedicata agli scomparsi, Margherita (da Parigi) e suo fratello Giovanni (da Pescara) lanciano un appello «a chi, direttamente o indirettamente, fosse al corrente del minimo dettaglio, affinché gli ultimi tasselli del puzzle siano portati a conoscenza della Magistratura».
E aggiungono: «I fratelli e le sorelle Mariano sono sempre più tristi, ma allo stesso tempo sollevati dalla posizione della Procura che, nonostante l’assenza di un corpo, non sembra avere la minima intenzione di archiviare il fascicolo. Questa decisione ci fornisce una nuova e più profonda consapevolezza dei fatti».
«Un fascicolo molto corposo», dice il legale, «che mostra anche delle incongruenze dell’intera vicenda. Le indagini, purtroppo, non hanno prodotto risultati rilevanti, ma per adesso resta in piedi solo la prima archiviazione, ossia quella relativa al presunto allontanamento volontario da parte di Gioia». Una storia complessa quella dell’ex dipendente del Comune di Pescara, sparita dalla sua villa di Moscufo, l’8 marzo del 2017, in base a quanto riferito al tempo dal fratello Domenico (deceduto nel 2023) e dal nipote Alessio, che con la donna aveva anche convissuto nella villa di Moscufo. La loro denuncia di scomparsa, così come racconta Giovanni Mariano, è avvenuta però un mese e mezzo dopo, ad aprile 2017.
Nel 2021 i cugini della donna decidono di rivolgersi all’associazione Penelope e la Procura apre un fascicolo per omicidio. E così sono state effettuate delle perquisizioni nella casa di Moscufo (venduta all’asta) e varie ricerche da parte degli investigatori. La svolta però non è avvenuta.
Dopo un lungo silenzio, a giugno scorso Margherita Mariano ha organizzato un evento a Fallo, paese di origine di Gioia e della loro famiglia, con l’intenzione di riaccendere i riflettori sul caso. «Qualcosa si è mosso», dice Margherita. «Gli abitanti, anche i più scettici, hanno cominciato ad interessarsi alla vicenda di Gioia, soffermandosi a leggere i manifesti affissi per le strade del paese. Una mostra itinerante e virtuale, pensata per ripercorrere le tappe più salienti di una storia misteriosa».
Margherita e Giovanni, in occasione della giornata dedicata agli scomparsi, tornano quindi a ribadire la loro intenzione di far emergere la verità. «Troppe contraddizioni sono emerse negli anni», dice Giovanni Mariano. «Mi spiace constatare che, di fronte ai casi di scomparse come questa, ci sia forse troppa superficialità. Basti pensare alla ipotesi di allontanamento volontario emersa all’inizio di questa vicenda. Le dichiarazioni rilasciate in occasione della denuncia non sono state approfondite nel dettaglio e solo dopo quattro anni dalla scomparsa improvvisa qualcosa è cambiato. Poi è sceso di nuovo il silenzio. A quanto pare le indagini proseguono, quindi non ci arrendiamo».
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