archeologia 

Dalla necropoli Le Castagne le abitudini dei popoli antichi

L’AQUILA . Rappresenta uno dei pochi esempi di necropoli “di altura” sottoposti a indagini archeologiche, e il suo studio ha contribuito a ricostruire abitudini, vie di comunicazione e scambi...

L’AQUILA . Rappresenta uno dei pochi esempi di necropoli “di altura” sottoposti a indagini archeologiche, e il suo studio ha contribuito a ricostruire abitudini, vie di comunicazione e scambi commerciali tra le popolazioni pre-romane che abitarono l’Abruzzo interno. Si tratta dei resti dell’abitato di Colle Cipolla e della necropoli “Le Castagne”, nella conca Subequana, una posizione “strategica” perché situata tra il bacino del Fucino, le valli dell’Abruzzo centro-meridionale quella dell’Aterno, direttrice di percorrenza verso la costa. Le areee sono state oggetto di scavi fin dagli anni ’80 da parte della Soprintendenza archeologica. Ne parla uno degli ultimi bollettini di archeologia on line del Ministero dei beni culturali, che contiene uno studio degli archeologi Valeria Acconcia e Vincenzo D’Ercole, uno studio che tra l’altro consente di “rileggere” quelle scoperte alla luce delle nuove conoscenze acquisite nei decenni successivi. Quello che ne viene fuori è un quadro molto articolato sulle caratteristiche delle comunità che popolarono l’Abruzzo interno molto prima che Roma si affacciasse sull’orizzonte della storia.
Tanto per cominciare, scrivono gli archeologi, «sembra possibile ipotizzare per il comparto appenninico interno un modello insediativo ricorrente, legato al controllo delle aree in quota, obiettivo dei percorsi di una transumanza di piccola portata, articolata tra il fondovalle e i pascoli montani, e definita pertanto verticale».
Un modello che viene da lontano, quindi, e tuttora in auge tra gli allevatori-pastori abruzzesi, che in estate trasferiscono gli armenti dalle vallate ai pascoli in quota, sulle montagne.
La presenza di reperti, come vasi e ornamenti, inoltre, suggerisce come assai probabile l’ipotesi «che nel Fucino, tramite la vicina valle del Liri, confluissero vie di scambio che, fin dall’età del Bronzo, raccordavano il comparto medio-tirrenico a quello medio-adriatico».
Nella tomba 14, infine, una spada lunga in ferro con elsa a croce, che «presenta l’eccezionale carattere dell’elsa decorata a traforo con motivi equini, che rimanda alla spada rappresentata nella statua del Guerriero di Capestrano». (a.bag.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.