Daniele, un visionario che unisce la filosofia all’imprenditoria nel segno della natura
Un visionario. Dissacrante, anticonformista, iconoclasta. Daniele Kihlgren è il terzogenito, un po' ribelle e fuori dagli schemi, di una ricca famiglia milanese di imprenditori. Di padre svedese, da...
Un visionario. Dissacrante, anticonformista, iconoclasta. Daniele Kihlgren è il terzogenito, un po' ribelle e fuori dagli schemi, di una ricca famiglia milanese di imprenditori. Di padre svedese, da ragazzo veniva definito "il rampollo rinnegato di una concreta fortuna italiana". Non a caso, visto che l'ascesa familiare era stata costruita proprio producendo cemento. Ma lui voleva altro: coltivare i suoi sogni e la passione per la filosofia, studiata a Napoli. Mettere a frutto quel temperamento più artistico che imprenditoriale, traendo profitto dalla conservazione del paesaggio, anziché dalla sua devastazione. L'incrocio, casuale, all'inizio degli anni Novanta con Santo Stefano di Sessanio, borgo allora semi-abbandonato, porta alla nascita del progetto di recupero e tutela del Patrimonio storico minore: quel che è oggi "Sextantio Ospitalità Diffusa" con gli alberghi Sextantio Albergo Diffuso a Santo Stefano di Sessanio (L'Aquila) e Sextantio Le Grotte della Civita, a Matera. Ora, che di anni Daniele Kihlgren ne ha 57, osserva silenzioso da una delle abitazioni del borgo abruzzese il paesaggio circostante ovattato dalla nebbia. Accanto ha il fedele cane da cui non si separa mai. L'incanto è tutto lì: nelle lenzuola fresche di bucato, nelle coperte di trama abruzzese, in piccole stanze tirate su con pietre a secco, tra arnesi in legno e ferri arrugginiti, dove tutto parla di un mondo antico e immemore. Le molecole che compongono la formula inedita del "metodo Kihlgren" sono riassunte nell'acronimo Raro: restauro, autenticità, rispetto e onestà. E i turisti, per ammirare quel sogno divenuto realtà, arrivano in Abruzzo da tutto il mondo. Qui, dove si respirano natura e cultura contadina. (m.p.)