Diga foranea, si decide il 31 marzo

24 Marzo 2017

Vertice in Regione per fissare i tempi dei lavori e far ripartire le attività del porto

PESCARA. «Vogliamo essere misurati su quello che faremo noi, rispetto a tutte le consiliature precedenti da quando esiste la diga foranea, per vedere chi ha fatto le chiacchiere o è scomparso e chi si fa carico di risolvere i problemi».

Così, Camillo D'Alessandro, consigliere regionale delegato ai trasporti, risponde alle critiche dell'imprenditore Sabatino Di Properzio in merito alla gestione del porto cittadino. Il titolare di Abruzzo costiero ha annunciato al Centro la possibilità di chiudere nei prossimi mesi la base di Pescara e di dover licenziare 50 dipendenti, a causa del blocco del traffico merci che si protrae ormai dall'estate scorsa e della mancata programmazione di interventi strutturali. Inoltre, i suoi legali stanno preparando una nuova richiesta di risarcimento danni a carico di Regione e ministero delle Infrastrutture. D'Alessandro fa invece sapere che il presidente Luciano D'Alfonso ha convocato per venerdì 31 marzo una riunione con Provveditorato alle opere pubbliche, Direzione marittima, Provincia, Comune, impresa aggiudicataria dei lavori, Arta, Dipartimento regionale delle opere pubbliche, Direzioni regionali di Valutazione ambientale, Gestione rifiuti e Opere marittime, Genio civile e Gestione qualità delle acque «per fissare con precisione la tempistica dei lavori di apertura della diga foranea e delle ulteriori opere previste a protezione del porto». «Con l'approvazione del Piano regolatore portuale e la gara in corso», prosegue D'Alessandro, «verrà finalmente risolto il problema della diga foranea che si trascina da anni e che abbiamo affrontato subito, riuscendo a ottenere nel novembre scorso un passaggio fondamentale quale l'approvazione del Prp, e destinando alla deviazione della foce del porto canale 15 milioni del Masterplan, oltre ai già previsti 3,5 milioni per l'apertura della diga. Lo stesso imprenditore fu costretto a citare in giudizio le istituzioni 5 anni fa, quando D'Alfonso non era ancora presidente». (y.g.)