Discarica di Bussi, la procura: "Un uomo solo si oppose alla Montedison"

Ecco la storia dell’assessore Contratti: 44 anni fa pretese la bonifica, poi fu isolato da tutti

PESCARA. «Un piccolo grande uomo», «un assessore scomodo per Montedison», «una voce nel deserto». Nel caso giudiziario dei veleni di Bussi c’è anche un eroe: è Giovanni Contratti, assessore alla Sanità del Comune di Pescara negli anni Settanta. Un don Chisciotte in lotta contro i mulini a vento della modernità a Bussi, cioè il polo chimico con il suo mercurio. Dopo la battaglia contro l’inquinamento, Contratti fu quasi costretto ad abbandonare la politica e morì nel silenzio delle istituzioni.

La procura di Pescara, però, lo ricorda come l’unico che, 44 anni fa, pretese una bonifica che ancora oggi resta un’incompiuta fino a imporsi come nodo irrisolto nazionale. «Non sappiamo che viso avesse», dicono i pm Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli nella requisitoria a porte chiuse durante il processo in Corte d’Assise a Chieti, «ma Contratti osò sfidare il colosso Montedison in nome di tutti e per il bene di tutti, intimando di dissotterrare i veleni di Tre Monti proprio perché c’era il pericolo che i veleni scendessero nelle falde acquifere. Montedison finse di promettere di dissotterrare i rifiuti e di portarli altrove, ma non ci pensava neppure».

Contratti si ritrovò a combattere solo contro tutti e isolarlo, in un’era senza i mezzi di comunicazione odierni, fu semplice: «Montedison riuscì a fare il deserto intorno a Contratti, decise che con il prof. Contratti non era più il caso di parlare», ricostruiscono i pm. Per la procura, Contratti diventò «un’ombra, isolata nel suo ambiente, colpevole di aver fatto l’interesse dei cittadini». Ma la procura dice anche di più parlando di «omicidio civile e politico» di Contratti.

La sua lettera indirizzata alla Montecatini Edison per chiedere la bonifica è l’ultimo atto dell’assessore, un testamento: «Del prof. Contratti si parla, per l’ultima volta, in un documento del 1972. Quel documento è anche l’ultimo che parla della discarica Tre Monti». Due destini incrociati perché, dopo Contratti, si registra un vuoto di oltre trent’anni fino a quando nel 2007 la forestale ha scoperto i rifiuti tossici: «Al posto di Contratti», dicono i pm, «si avranno più utili interlocuzioni con uomini servili e burocrati, pronti a veicolare dati allarmanti in modo silenzioso e strumentale al potere economico». Ma, a Bussi, l’inquinamento resta e arriva ancora oggi fino a Pescara: «Nel 1992, vent’anni dopo la voce isolata di Contratti, la situazione è peggiorata perché, almeno dal 1980, quelle acque di quelle falde sono attinte per il consumo umano di migliaia di nostri conterranei. Stavolta, però, nel 1992 non c’è un prof. Contratti a difendere la sua terra. Quei rifiuti che Contratti chiedeva di rimuovere e che, giacendo senza alcuna impermeabilizzazione, inquinavano e ancora oggi inquinano le falde non sono stati rimossi da nessuno». (p.l.)

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