Docce, bar e bagni è il boom della spiaggia libera

Sempre più pescaresi scelgono il mare gratis I servizi ci sono, con 16 euro si compra un ombrellone

PESCARA. Ci sono le docce, la fontanella, il chiosco con i tavolini e pure i bagni, la passerella e le sedie per portare i disabili a riva: è la spiaggia libera tra Jumbo e Nettuno, all’altezza di via Leopoldo Muzii, dove l’imponente oleandro fucsia è l’unica cosa che resta di un passato da dimenticare, quando sporcizia e degrado per troppo tempo hanno fatto di questo fazzoletto di sabbia una terra di nessuno. Merito di investimenti mirati e di una gestione, quella della cooperativa «La Minerva», che al suo quarto anno ha visto coincidere il completamento delle infrastrutture con una crisi senza precedenti. E allora succede, come mai era successo prima, che sulla spiaggia libera non ci sono più solo badanti dell’Est ed extracomunitari, ma anche turisti, italiani, e soprattutto bagnanti locali che il sabato e la domenica affollano la spiaggia come mai si era visto, confermando anche nei giorni infrasettinali un buon numero di presenze. Comitive di ragazzi, coppie o famiglie che con una borsa frugo e un ombrellone da 16 euro hanno risolto la stagione. Lo conferma Tatiana, una mamma russa che con la figlia Anastasia e il salvagente al seguito arriva alle quattro del pomeriggio in spiaggia: «Prima si vedevano solo ucraini e romeni, quest’anno ci sono anche turisti francesi, ma soprattutto anche molti italiani». Cominciano dalla prima mattina, con comitive che si ritrovano a fare ginnastica insieme e gruppi di anziani che giocano a bocce, e proseguono nel corso della giornata con mamme e bambini, e studenti in vacanza.

Zaira Verrocchio, pescarese, ha 19 anni e con gli amici Gianluca Leonzio, Katiuscia Verrocchio e Paola Maiorini è il primo anno che sceglie la spiaggia libera: «È come stare in uno stabilimento, solo che non paghi quelle cifre e puoi scegliere ogni volta dove andare». Sotto l’ombrellone blu acquistato al centro commerciale, il gruppetto che si autodefinisce «di spiaggisti nomadi» lamenta che «i bagni sono sempre chiusi», ma comunque non si pente della scelta. Racconta Gianluca: «Fino all’anno scorso andavo in uno stabilimento qui vicino, stesso mare, ma prezzi impossibili e la beffa che mi rubarono pure tutti i vestiti sotto l’ombrellone. Da allora basta, non ci vado più, meglio la spiaggia libera». Si lamenta per il parcheggio che non si trova, «solo per quello» il pensionato di Villa Raspa Francesco Salvatorelli: «Con 16 euro di ombrellone mi risparmio delle cifre che non si possono più sentire: 300 euro per stare sotto una palma con altre dieci persone. Invece qui siamo liberi, anche se ormai il sabato e la domenica c’è un affollamento pazzesco mai visto». Ha 15 anni e arriva da Foggia la turista Marcella Palma: «Il mare non è come quello della Puglia», dice subito, «ma i bagni, il bar e l’arenile pulito di certo incentivano anche i turisti a venire alla spiaggia libera».

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