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Donna scomparsa, spunta un prestito da 55mila euro

Il giallo di Silvana Pica: la polizia sta interrogando le persone più vicine. Al vaglio anche 100 milioni di vecchie lire che dovevano esserle restituite

PESCARA. Soldi e “famiglia”. Le indagini sul giallo di Silvana Pica, la traduttrice della Provincia affetta da sindrome bipolare scomparsa il 17 gennaio 2012, girano intorno a questi due filoni. Ovvero, al presunto movente di questa sparizione, i soldi, e ai possibili testimoni che finora potrebbero non aver detto tutto quello che sanno sugli ultimi momenti in cui è stata vista in vita Silvana. Per questo gli investigatori della Mobile che hanno riaperto il caso per conto del pm Annarita Mantini, dopo l’archiviazione della collega D’Agostino che si era avvalsa delle indagini dei carabinieri, stanno riascoltando tutti i protagonisti della vita di Silvana. A cominciare dalla sorella Elga, dall’ex marito Vincenzo Berghella e dal cognato Marcello Berghella considerando che la suocera che per l’ultima volta, almeno sulla carta, la vede quel giorno, è morta quasi due anni fa. E proprio nel corso di queste nuove indagini spuntano due novità. Una sugli orari e una sui soldi.

La prima. Giovanna Rosica, la suocera di Silvana, di quel pomeriggio raccontò di aver mandato via da casa sua Silvana, che con un labbro gonfio e visibilmente sconvolta le chiedeva alloggio per la notte, posizionando l’orario inizialmente nel primo pomeriggio, poi verso le 17 e infine intorno alle 18,30-19. Un orario che viene messo in dubbio da una testimone che afferma senza ombra di dubbio di aver visto Silvana attraversare tra le 20,15 e le 20,30 via Battisti, lungo via De Amicis, proprio in direzione delle telecamere delle Poste che purtroppo non conserveranno niente di quei momenti dopo i dieci giorni che passano prima che il cognato, dopo le ripetute segnalazioni della dottoressa del Centro di igiene mentale, allerta il figlio di Silvana impegnato all’università di Teramo e insieme vanno a denunciarne la scomparsa. La novità è un testimone, che racconta di aver visto Silvana intorno alle 18,30, orario che collimerebbe con quello dato dalla suocera, nei pressi dello studio medico dell’ex marito Vincenzo, in via Regina Margherita, quasi all’angolo con via De Amicis. Di certo, c’è che sul finale di quel pomeriggio la suocera di Silvana telefona a ripetizione a Vincenzo e poi a Marcello, i due figli che non si parlano da più di vent’anni. Il problema è Silvana, ma perché chiama all’impazzata? Una circostanza che comunque circoscriverebbe il giallo della Pica, o comunque gli ultimi momenti in cui è stata vista in vita, ai tre Berghella.

La seconda novità, i soldi. È quella più importante, perché nell’ipotesi di omicidio, tutta ancora da verificare non essendo ancora stato ritrovato il corpo, potrebbe rappresentare il movente di chi aveva interesse ad allontanare, o a far allontanare, Silvana per sempre. Scavando sulla confusa situazione finanziaria di Silvana che per anni ha rincorso gli alimenti del marito a suon di cause, ma che comunque era ancora cointestataria di alcuni beni (proprio due giorni dopo la scomparsa avrebbe dovuto sistemare in Tribunale l’ultima vicenda legata alla divisione degli ultimi beni), si scopre che più di vent’anni fa Silvana avrebbe prestato 100 milioni di vecchie lire (pari a 55 mila euro di oggi), frutto della vendita di un appartamento diviso a metà con l’ex marito, a qualcuno a lei molto vicino. Un prestito come quello, sempre alla stessa persona, di cui lei reclamava la restituzione al telefono quando, a ridosso della Comunione del figlio (abitava ancora con i genitori dopo la separazione dal marito), il padre la sente litigare e, allarmato, dopo averne parlato con il medico che teneva in cura la figlia, decide di assegnare l’appartamento destinato a Silvana al figlio Lorenzo, riservandone a lei solo l’usufrutto. Una situazione che potrebbe essersi riproposta poco prima della sua scomparsa quando, riconquistato il rapporto con il figlio, cresciuto nel frattempo dalla sorella e dalla madre con cui lei comunque aveva interrotto i rapporti, Silvana si mette in mente di volergli fare un bel regalo per la laurea imminente: un orologio che va a vedere da un’amica in gioielleria. Ma le mancano i soldi. I soldi a cui è certa di aver diritto o che forse ha prestato e che anche questa volta rivuole indietro. Da chi? È anche su questo che la Mobile sta indagando per riuscire a indirizzare le indagini e, alla fine, arrivare al corpo di Silvana. Un fantasma da quattro anni.

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